SANT'AGATA DI MILITELLO. Diciotto anni per omicidio preterintenzionale. Con questa sentenza si è concluso il processo per la morte di Benedetto Vinci avvenuta il 12 marzo 2012 a Sant'Agata Militello. La ragazza doveva rispondere di omicidio per aver inferto una coltellata all'addome al fidanzato. Quest'ultimo morì una decina di giorni dopo il ferimento, una volta tornato a casa, dopo essere stato dimesso dall'ospedale per i postumi della coltellata.
La Corte d'Assise, presieduta dal giudice Nunzio Trovato, nella sentenza ha riqualificato il fatto riconoscendo l'omicidio preterintenzionale ed escludendo le aggravanti contestate arrivando quindi ad una condanna a 18 anni di reclusione. Il pubblico ministero Francesca Bonanzinga aveva chiesto la condanna a 24 anni per omicidio volontario. Una vicenda complessa al centro di un'indagine dei carabinieri che ieri è stata ricapitolata nell'arringa dell'avvocato Nino Favazzo, legale di Francesca Picilli. Il penalista ha ripercorso la vicenda ribattendo punto per punto alle contestazioni dell'accusa, puntando sui risultati della perizia medica di parte che avevano sollevato dubbi sull'operato dei medici che ebbero in cura il giovane e che poi erano stati tutti archiviati.
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