MESSINA. Partito comunista dei lavoratori, comitato No Frane della zona ionica e sindacato Cub si rivolgono alla procura. Capo Alì sulla statale 114 è sempre chiuso dal 9 settembre a causa dei danni del maltempo e dopo la protesta di domenica che ha visto in strada trecento persone tra cittadini e amministratori comunali le richieste passano alla magistratura. Ieri conferenza stampa in cui Giacomo Di Leo, coordinatore del partito comunista dei lavoratori, ha spiegato le ragioni dell'esposto presentato al tribunale. " I cittadini segnalano l'estremo pericolo creato dalle continue frane che puntualmente vanno a crearsi nel tratto stradale che unisce il paese di Scaletta Zanclea con il paese limitrofo di Alì Terme - si legge nella denuncia - nonostante le continue sollecitazioni alle autorità competenti e i ripetuti suggerimenti per ovviare a questo pericolo i sottoscritti rammentano che l'odierna manutenzione del tratto stradale in oggetto risulta inadeguata a tal punto da poter cagionare danni ai cittadini che quotidianamente percorrono tale tratto stradale per raggiungere il posto di lavoro. Per ovviare al problema riteniamo opportuno suggerire ancora una volta che si potrebbe attuare una galleria para - massi esterna - continua l'esposto - si rammenta inoltre che tali frane mettono in grave pericolo la circolazione soprattutto di chi utilizza le due ruote per i propri spostamenti, oltre che ovviamente l'incolumità di automobilisti e pedoni che di lì transitano". Anche ieri gli automobilisti della zona ionica che volevano dirigersi nel capoluogo o recarsi verso Catania utilizzando la statale 114 hanno dovuto far uso dell'autostrada con pagamento di pedaggio a Roccalumera o allo svincolo Tremestieri. Domenica la protesta a Capo Alì è stata molto sentita e ha unito i cittadini di Scaletta, Alì, Itala, Fiumedinisi e Nizza con i sindaci che sono scesi in strada per sollecitare interventi di ripristino urgenti. Adesso una risposta potrebbe arrivare dai giudici.