MESSINA. Riapre a doppio senso di marcia anche per i Tir sebbene su un solo versante della carreggiata ma i camionisti che hanno subito e subiranno i maggiori disagi, sono pronti ad eclatanti azioni di protesta. C'è lo spettro di un blocco dell'Aias nell'epilogo temporaneo della frana che si è verificata all'altezza di Letojanni sull'A18. L'Aias di Giuseppe Richichi che parla di danni incalcolabili, visto che è già iniziata la stagione della raccolta dell'uva che dall'isola deve raggiungere il continente, è sul piede di guerra. «Domani (oggi per chi legge ndr) avremo una riunione in quarta commissione trasporti - spiega Richichi - chiederemo garanzie immediate». Dietro l'angolo, fa intuire il sindacalista, forte dei suoi 2800 iscritti, c'è un blocco del trasporto. L'isola verrebbe messa definitivamente in ginocchio. «Siamo stanchi di essere additati - spiega Richichi - come la causa di tutti i mali. Siamo vittime di un sistema di trasporti che fa acqua da tutte le parti. E lo scorso anno il sindaco di Messina ci ha anche bloccato». Non ha funzionato il collegamento alternativo istituito dalla prefettura per i Tir sulla provinciale nebroidea che da Giardini, tra tornanti e percorsi scoscesi, portava sino a Barcellona. Nella notte tra lunedì e martedì, due incidenti. Un mezzo che trasportava bitume si è addirittura ribaltato. «I mezzi pesanti che transitano sulla Messina Catania, in alcune giornate - spiega lo stesso Richichi - arrivano ad essere anche 5000. Lunedì, molti Tir, che erano in attesa di riprendere il viaggio nell'area di stoccaggio di Tremestieri, sono stati trasportati, via mare, da una nave della Caronte sino a Catania e dobbiamo dire grazie alla società armatoriale che ha accettato la nostra richiesta. Ognuno dei camionisti imbarcati ha pagato solo quanto avrebbe speso sino a Catania di gasolio ed autostrada».