Messina

Lunedì 23 Dicembre 2024

Sequestrato l'impianto fognario di Tusa

MESSINA. La totale irregolarità dell'intero  sistema fognario del versante est del centro storico di Tusa che serve oltre 1.300 abitanti. Questo è quanto emerso dai  controlli effettuati dai poliziotti del Commissariato di  Pubblica Sicurezza di Sant'Agata Militello nei giorni scorsi. I  poliziotti, col personale dell'Arpa di Messina, hanno   preso campioni dello scarico per accertarne la natura e il  carico inquinante. Il blitz è terminato con il sequestro dello  scarico di reflui e della vasca di decantazione in disuso. I reati ipotizzabili vanno dal getto pericoloso di cose allo  scarico abusivo al suolo, dal danneggiamento aggravato delle  acque pubbliche del torrente Cicero all'omissione in atti  d'ufficio. I reflui dell'impianto avrebbero dovuto essere sottoposti -  dice la polizia - a trattamento primario di depurazione mediante  una vasca di decantazione, detta imhoff, per poi scaricare nel  torrente Cicero, così come risultava al catasto degli scarichi  della Provincia di Messina.     Differente la situazione reale presentatasi agli agenti: il  vallone San Luca, all'interno del quale confluisce la rete  fognaria dell'abitato est di Tusa, a seguito di uno smottamento  del terreno, appariva come un groviglio di tubazioni saltate  fuori dal terreno. I pozzetti della fognatura avevano ceduto e  un flusso continuo di liquami, verosimilmente di origine  fognaria, scaricavano a cielo aperto, direttamente sul suolo,  per poi confluire per caduta nel sottostante torrente Cicero,  corso d'acqua che termina nella spiaggia di Tusa Marina. La vasca di decantazione - dice la Polizia - che avrebbe  dovuto fornire un primo trattamento al refluo, non era più  collegata alla condotta fognaria e risultava non utilizzata da  tempo, tanto che all'interno, oltre ad essere presente  un'abbondante vegetazione, erano perfino cresciute piante di  ficodindia. La polizia, dopo aver accertato lo stato dei luoghi  e verificato lo scarico della condotta fognaria, ha appurato che  lo stesso scarico, oltre a riversarsi direttamente sul suolo  (modalità espressamente vietata dal Testo Unico Ambientale,  salvo particolari eccezioni) risultava anche privo di  autorizzazione (l'ultima risaliva al 1998).

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