MESSINA. L'ospedale Piemonte, dopo il polo materno infantile, potrebbe perdere anche il resto del pronto soccorso. Il manager dell'ospedale Papardo-Piemonte, Michele Vullo, il 17 gennaio, lascerà al pronto soccorso solo i cinque medici che hanno scelto di restare con la nuova azienda nascente. Pochi, troppo pochi per farlo funzionare. Tutto il resto sarà trasferito al Papardo. Meno di trenta giorni di ossigeno. Il pronto soccorso dell'ospedale Piemonte ha un'autonomia limitata. Dal 17 gennaio, se non arriveranno novità da Palermo, chiuderà i battenti. E il motivo è presto detto.
La legge regionale che fonde il Piemonte con il centro neurolesi dava novanta giorni di tempo al governo per mettere contenuti a quella che è rimasta solo una cornice. Mancano soldi e modalità. Il manager di quella che adesso si chiama solo azienda Papardo vuole staccare la spina a quello che ritiene frutto di una forzatura.
E tra l'altro a scegliere di restare al pronto soccorso del Piemonte neurolesi sono stati solo cinque medici: «E quelli lascerò- dice Vullo- gli altri, dal 17 gennaio, verranno al Papardo. La legge mi impone che tra un turno all'altro io debba concedere turni di riposo».
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