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Sant'Agata di Militello, punto nascita a rischio chiusura

SANT'AGATA DI MILITELLO. La decisione proveniente dal Ministero alla Salute di sopprimere per non aver superato la soglia di 500 parti in un anno i punti nascita di Petralia sulle Madonie, di Santo Stefano Quisquina, Lipari e Mussomeli (unica deroga a continuare ad operare per Licata e Bronte) potrebbe avere riverberi anche sul reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Sant’Agata Militello, che però fruisce dei vantaggi di essere operativo in un vastissimo territorio.

Tuttavia, il rischio chiusura è concreto perché nel 2014 si sono registrate 414 nascite e nel 2015 la soglia si è abbassata a 394. «Nel nostro ospedale è in piena efficienza un servizio di trasporto neonatale Stn dei neonati con difficoltà patologiche acute, che raggiungeranno nell’arco di un’ora l’ospedale di Patti con apposita procedura collaudata da due anni — rassicura il direttore ospedaliero Mario Portera — affermando che sono in corso da tempo tutti i procedimenti per mettere in sicurezza il reparto di ostetricia e ginecologia, come pure tutti gli altri reparti della struttura ospedaliera della città».

Ma i conti non tornerebbero se la soglia di 500 parti all’anno per mantenere la struttura dovesse risultare perentoria. «Il punto nascite dell’unità operativa complessa del reparto di ostetricia ginecologia dell’ospedale della città non si chiuderà, neppure se alla fine dell’anno 2016 non dovesse raggiungere la soglia delle 500 nascite — assicurano dall’assessorato regionale — questo provvedimento non è previsto nel piano della rete ospedaliera della Sicilia».

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