SANTO STEFANO DI CAMASTRA. Un'anziana signora dovrebbe pagare 3 mila 697 euro. Al proprietario di un vecchio magazzino inutilizzato è arrivata una bolletta di 3 mila 477 euro. Per un piano terra di pochi metri quadrati, mai abitato, un impiegato si è vista consegnare una fattura di 2mila 329. L'espressione adare i numeri» è di solito sinonimo di pazzia e si riferisce a persone, in questo caso però, è calzante per un ente. L'Eas, l'Ente acquedotto siciliano, ha inviato agli utenti di Santo Stefano di Camastra un saldo eccedenze 2010/2011 impossibile nei dati e nei calcoli, tanto da spingere il primo cittadino Francesco Re ad impugnare carta per difendere gli utenti stefanesi. L'Eas non solo ha eseguito l'ultima lettura dei contatori addirittura nel lontano 2007 ma nel calcolo delle eccedenze non ha tenuto conto che l'acqua non è conforme ai parametri del decreto legislativo 32, causa questa che porta ad abbattere i costi per metro cubo del 50 per cento. Insomma una distrazione che potrebbe mettere a dura prova qualche cuore «fragile» della città delle ceramiche alla vista di esorbitanti «debiti» d'acqua. La gestione dell'acquedotto è passata dall'Eas al comune il 1 aprile 2011 e sono stati i tecnici comunali a sostituire i vecchi contatori con nuovi apparecchi, ragion per cui il sindaco Re scrive che «dall'ultima lettura nota all'amministrazione, diverse sono state le variazioni intervenute sulle singole posizioni di titolarità dei rilevatori di consumo installati e in assenza dei dati certi da cui emettere regolare fattura si diffida dall'inviare fatture di addebito ai cittadini utenti di questo comune». Non si ferma qui Re che ha fatto predisporre agli uffici comunali un modulo di richiesta per l'annullamento delle fatture emesse che centinaia di stefanesi hanno già compilato e spedito e altrettanti continuano a richiedere.