MESSINA. Cade l'accusa di abuso d'ufficio ma resta quella di falso ideologico. Questa la decisione del gup Tiziana Leanza che ha disposto 34 rinvii a giudizio al termine dell'udienza preliminare scaturita dall'inchiesta sui bilanci del Comune. Al vaglio del gup l'inchiesta sui bilanci di Palazzo Zanca nel periodo compreso tra il 2009 ed il 2011 che coinvolge ex amministratori, funzionari comunali in carica in quel periodo e membri della giunta comunale dell'epoca che, a vario titolo, si sono occupati dei documenti contabili. Il gup Leanza ha disposto il rinvio a giudizio al 19 maggio davanti alla prima sezione penale del tribunale. L'inchiesta è stata condotta dal sostituto procuratore Antonio Carchietti che per mesi ha esaminato documenti contabili e bilanci di Palazzo Zanca nominando anche un consulente, chiudendo il cerchio attorno a 34 tra ex amministratori e funzionari comunali, tra questi anche l'ex sindaco Giuseppe Buzzanca, Francesco Aiello, Pinella Aliberti, Santi Alligo, Elvira Amata, Antonio Amato, Roberto Aricò, Attilio Camaioni, Carmelo Capone, Dario Caroniti, Ferdinando Coglitore, Giuseppe Corvaja, Giovanni Di Leo, Domenico Donato, Carmelo Famà, Carmelo Giardina, Giuseppe Isgrò, Diane Litrico, Domenico Maesano, Salvatore Magazzù, Domenico Manna, Giuseppe Mauro, Orazio Miloro, Francesco Mondello, Giorgio Muscolino, Giancarlo Panzera, Giuseppe Puglisi, Giuseppe Rao, Filippo Ribaudo, Carmelo Santalco, Vincenzo Schiera, Gianfranco Scoglio, Roberto Sparso e Dario Zaccone. Il gup Leanza oltre al proscioglimento con la formula "il fatto non sussiste" per l'accusa di abuso d'ufficio ha disposto altri proscioglimenti parziali anche per Aricò, Buzzanca, Coglitore, Donato, Maesano e Litrico.