BARCELLONA POZZO DI GOTTO. Negli anni Novanta e per un lungo periodo successivo, l'organizzazione mafiosa teneva sotto scacco il territorio di Barcellona e dintorni punendo severamente chi non si atteneva alle regole. Questo è lo scenario che emerge dalle pagine dell'ordinanza dell'operazione: Gotha 6, scattata mercoledì scorso con 13 arresti. L'inchiesta, condotta dai sostituti procuratori della Dda Angelo Cavallo e Vito Di Giorgio, racconta oltre vent'anni di storia di mafia tra omicidi e violente spedizioni punitive. Lo stesso procuratore capo Guido Lo Forte ha parlato di: «Ferma tenuta, almeno per vent'anni, della struttura gerarchica dell'organizzazione barcellonese». Bastava poco perché l'organizzazione mostrasse il suo volto violento: spacciare droga senza autorizzazione, infastidire le donne in un bar, oppure commettere un furto. Antonino Sboto fu ucciso il 3 maggio 1999 a Barcellona. Il corpo fu fatto ritrovare con una telefonata anonima, il giorno successivo, in un dirupo. Il cadavere presentava tre proiettili alla tempia e, particolare macabro, le mani mozzate. Il processo nei confronti di un sospettato finì con l'assoluzione. A chiarire il retroscena sono adesso i collaboratori di giustizia, in particolare Carmelo D'Amico in due verbali di luglio e dicembre 2014.