MESSINA. «Il pronto soccorso dell' ospedale Piemonte è uno specchietto per le allodole ed andrebbe chiuso così come tutto l'ospedale». A parlare è il manager dell' azienda «Papardo» Piemonte Michele Vullo che prende spunto dall'inchiesta che ha portato in manette due medici dell'azienda per la presunta pratica degli aborti. «Il Piemonte - spiega Vullo - era fuori controllo. Nella completa anarchia. Ma quel che è peggio continua a rappresentare un' anomalia». Vullo quindi spiega: «Quell' ospedale resta aperto senza avere le specialità che occorrono per prestare i soccorsi necessari in caso di emergenza». E racconta quando accaduto in un recente fatto di cronaca: «È sintomatico quanto sia accaduto nei giorni scorsi, quando, un ragazzo gambizzato a Giostra, invece di essere trasportato al policlinico o al Pa pardo ha fatto una tappa inutile a vuoto al Piemonte. Questo ragazzo aveva l' arteria spappolata. È stato portato al Piemonte dove non esistono le specialità che avrebbe trovato al policlinico e che ha poi trovato all' ospedale Papardo».Quindi aggiunge: «Che cosa sta a fare un pronto soccorso dove ci sono la metà dei medici che dovrebbero esserci e che non ha alle spalle tutta una serie di strutture?».
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