CAPO D'ORLANDO. «Quello che emerge è che la mafia sta rialzando la testa la 'terza mafià della provincia di Messina quella dei Nebrodi, una delle organizzazione criminale tra le più antiche e pericolose».
Lo ha dichiarato il procuratore di Messina Guido Lo Forte parlando dell'agguato a Antoci. «Dopo che i clan di Barcellona Pozzo di Gotto e di Messina sono stati colpiti in maniera forte anche dalle operazioni antimafia, i 'Batanesì e i 'Tortoricianì stanno cercando di recuperare terreno e spazi». «La mafia ha da sempre interesse su pascoli, agricoltura e i finanziamenti europei. Non posso dire altro sull'inchiesta in corso, ma sicuramente ci saranno presto degli sviluppi». Lo ha dichiarato il procuratore di Messina Guido Lo Forte che, parlando dell'agguato a Antoci ha aggiunto: «l'attentato di ieri al presidente del Parco dei Nebrodi è di assoluta gravità, e da subito i miei sostituti della Dda Cavallo e Di Giorgio si sono recati sul posto per apprendere elementi utili alle indagini. Sono state interrogate diverse persone». Il procuratore ha ribadito che «sicuramente presto ci saranno sviluppi».
Intanto proseguono le indagini: esami del Dna sulle tracce di sangue trovate vicino al luogo dell'agguato e rilievi scientifici sulle due bottiglie Molotov trovate nel bosco attraversato dalla strada statale che collega Cesarò e San Fratello.
Impronte digitali e tracce biologiche si cercano sulle due bottiglie incendiare lasciate dagli assalitori nel bosco, prima di fuggire a piedi, protetti dalla folta natura e dal buio. Le indagini sono eseguite dalla squadra mobile di Messina e coordinate dal procuratore Guido Lo Forte e dai sostituti Vito Di Giorgio, Angelo Cavallo e Fabrizio Monaco. Sono proseguite per tutta la notte le indagini della polizia di Stato sull'agguato avvenuto ieri, sulla statale che collega Cesarò e San Fratello, nel Messinese, al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, e alla sua scorta.
Agenti della squadra mobile hanno eseguito altri rilievi sulla scena del delitto e sentito le persone presenti sulla scena della sparatoria. Sono stati numerosi i colpi di arma da fuoco, esplosi con un fucile caricato a pallettoni, contro l'auto blindata sulla quale viaggiavano Antoci e la sua scorta. Nelle indagini sono coinvolti anche altri reparti di alta specializzazione della polizia di Stato. L'inchiesta è coordinata dal procuratore Guido Lo Forte e dai sostituti Vito Di Giorgio, Angelo Cavallo e Fabrizio Monaco.
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