MESSINA. Tre medici del policlinico "G. Martino" di Messina sono agli arresti domiciliari. L’accusa per loro è di aver certificato tumori per giustificare interventi di chirurgia estetica e di aver intascato proventi illeciti.
I tre medici dal 2011 avrebbero dissimulato interventi di chirurgia estetica additiva, come la mastoplastica, certificando l’esistenza di patologie oncologiche, di origine traumatica o mal formativa. In alcuni casi sarebbe stato necessario un secondo intervento per la sostituzione delle protesi difettose. Alle pazienti sarebbe stato chiesto il pagamento delle protesi impiantate, per importi di qualche migliaio di euro, di cui i medici si appropriavano, omettendo di dichiarare all’azienda sanitaria l’indebito compenso ricevuto.
Inoltre le protesi impiegate sarebbero di una diversa tipologia rispetto a quelle in uso alla farmacia del Policlinico, in palese violazione del protocollo sanitario. I tre medici avrebbero eluso il sistema con l’apposizione sulle cartelle cliniche di etichette non corrispondenti a quelle delle protesi impiantate. Oltre ad un evidente danno economico arrecato all’azienda per il mancato versamento delle somme corrisposte dalle pazienti, ci sarebbe anche utilizzazione di sale operatorie e apparati della struttura pubblica in modo improprio.
Nell’ordinanza di applicazione di misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Gip di Messina Tiziana Leanza, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Antonella Fradà, nei confronti dei responsabili dei reati di falso materiale e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, peculato e truffa aggravata nell’esercizio delle loro funzioni. I medici indagati sono Letterio Calbo,di 69 anni all’epoca Direttore del Reparto di Endocrinochirurgia, Massimo Marullo, di 59 anni, all’epoca vicedirettore dello stesso reparto, ed Enrico Calbo, di 40 anni specializzando.
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