PESCARA. «Più siamo e più forti siamo. Quando la strada della legalità e dello sviluppo è affollata io credo che ci siano anche difficoltà per chi vuole fermare questo percorso, magari con attentati e intimidazioni». Lo ha detto Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, scampato nel maggio scorso a un attentato mafioso. Oggi è a Pescara per il 21/o Premio Borsellino nel corso del quale è stato premiato per il suo impegno contro la criminalità organizzata. Rispondendo ai cronisti, Antoci ha sottolineato che «la paura è un sentimento che gli uomini hanno, io sono un uomo e appare chiaro che fa parte della mia vita, della mia cultura, del mio essere uomo. Il concetto di paura deve necessariamente essere legato a quello di coraggio. La paura fa parte di noi e deve far parte di un percorso che però, vedendo insieme tanta gente, si trasforma in coraggio». «C'è tanto da fare - ha aggiunto - bisogna alzare sempre più il tiro e mai indietreggiare con la presenza dello Stato nei territori. Davanti a certi reati lo Stato deve essere forte e integerrimo, non deve indietreggiare di un passo, perché nel momento in cui questo avviene, la gente, nell'ambito di questo percorso, comincia a vacillare nelle proprie scelte di vita. Mi aspetto che il decreto Giustizia non venga applicato tout court in Sicilia, perchè in zone a forte presenza mafiosa ci andrebbero a perdere dei magistrati, come a Barcellona Pozzo di Gotto - ha concluso - che si ritroverebbe con un magistrato in meno».