MESSINA. Condannato in primo grado a 8 anni e 3 mesi di reclusione per atti sessuali sulle nipotine di 6 e tre anni, un 70enne del messinese è stato assolto con formula piena, a cinque anni dall'inizio del procedimento, dalla corte d'appello di Messina. La vicenda ha inizio nel 2009 quando le maestre d'asilo delle due bambine decisero di convocare i genitori per segnalare loro comportamenti anomali delle alunne. Una avrebbe dato un bacio sulle labbra a un compagnetto, l'altra avrebbe simulato approcci tra bambolotti sotto al banco. La madre e il padre della bambine cercarono di «indagare». Alla madre una delle due riferì di aver imparato quelle cose dal nonno. La prima di una delle decine di versioni date dalla piccolo per giustificare altri comportamenti ritenuti strani. Più volte, a casa, la bimba si è contraddetta, incolpando persone diverse, alcune di fantasia, come una donna dalle scarpe rosse, altre compagni di classe. Sia il gip che il tribunale, dopo il rinvio a giudizio del nonno, non sono riusciti a sentire le presunte vittime, perchè i periti hanno hanno escluso la possibilità di sottoporle ad esame. A fronte di perizie opposte, alcune che confermavano la possibilità che le condotte denunciate fossero state causate da abusi, l'altra, quella dell'esperto del tribunale, che lo escludeva e parlava di deficit cognitivo di una delle due bambine, il nonno è stato condannato in primo grado. La difesa, rappresentata dai legali Giuseppe Piazza e Antonio Pagano ha fatto ribaltare il verdetto e l'uomo, che dal 2009 non può incontrare le nipoti, è stato assolto con la formula «perchè il fatto non sussiste».