MESSINA. E' ancora tra la vita e la morte Ferdinando Puccio, l'operaio palermitano rimasto ferito nell'incidente avvenuto nella nave Sansovino, a Messina, dove sono morte tre persone. L'uomo, sposato con un figlio piccolo è ricoverato sotto ventilazione dai medici dell'ospedale Piemonte e sarebbe in fin di vita. Da quanto si apprende dai racconti di alcuni testimoni scampati alla morte, Puccio avrebbe provato a soccorrere i suoi ufficiali, prima di "soccombere" al veleno. Tutti i familiari sono partiti da Palermo per stare vicino a Ferdinando in questo terribile momento. A Messina ci sono anche i familiari di Santo Parisi, tra le tre vittime dell'incidente. L'uomo, di Terrasini, lascia la moglie e due figli. «Non si può morire in questo modo. Erano evidentemente allo sbando, senza alcun controllo, nè sicurezza, non si possono abbandonare così al loro destino i propri lavoratori», dice Paolo Parisi, fratello di Santo. Anche Nino Natoli, suocero di Gaetano D'Ambra, 27 anni, di Lipari, sposato e padre di una bimba, secondo ufficiale, rincara la dose: «Non doveva essere lì, era un sottufficiale, ma veniva costantemente applicato a mansioni da operaio e manovalanza. Gli facevano svolgere compiti ai quali non era tenuto. Voleva andarsene presto, per venire a lavorare con me». «Sono qui per dimostrare la mia vicinanza ai familiari delle vittime e ai compagni di lavoro di queste persone. Mi sembra doveroso dire che noi non possiamo accettare che il lavoro serva per morire, il lavoro deve servire per vivere. È assurdo il modo in cui questi marittimi sono morti». A dirlo il presidente della Regione Rosario Crocetta durante una visita a Messina al molo Norimberga. Durante la visita Crocetta ha gettato in mare dei fiori per ricordare le vittime così come ha fatto una delegazione dei Comunisti italiani presente sul posto. «Spero - ha detto ancora Crocetta - che si chiarisca la vicenda e questo sia un monito per rafforzare le procedure di sicurezza all'interno delle aziende. Non dobbiamo più avere morti nei cantieri». «La mia preoccupazione - prosegue - ora è per i parenti delle vittime cercheremo di capire la loro situazione sentendo sindacati e datori di lavoro e di dar loro una mano». «Ora comunque - conclude Crocetta - dobbiamo aprire un tavolo di confronto regionale con sindacati e aziende e arrivare ad un protocollo complessivo per la sicurezza sul lavoro che vada anche oltre quanto già è stabilito dalle leggi. Il mio obiettivo è infortuni zero». Crocetta si è poi recato negli ospedali per dare conforto ad alcuni dei parenti delle vittime.