PALERMO. Sono stati arrestati due medici del servizio d’emergenza sanitaria del 118 di Letojanni. Dalle indagini sarebbe emerso che entrambi avrebbero abusato dei propri uffici e si sarebbero assentati dal posto di lavoro. I due avrebbero inoltre simulato di avere svolto l’intero turno di servizio e avrebbero sottoscritto il registro di presenze. I poliziotti hanno scoperto reiterate assenze dei sanitari a partire dal 2014 fino ad agosto 2016. Il Gip ha disposto il sequestro preventivo di somme di denaro a carico di ciascuno dei medici, per l’ingiusto profitto accertato ai danni della pubblica amministrazione. I poliziotti di Taormina hanno dato esecuzione ad una ordinanza di misure cautelari in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Messina, Salvatore Mastroeni, su richiesta del sostituto procuratore della locale Procura della Repubblica, Anna Maria Arena nei confronti di due medici di Letojanni. Gli indagati infatti avrebbero simulato le loro presenza per interi turni di servizio notturno di 12 ore e avrebbero sottoscritto il registro di presenze, coprendosi a vicenda. In realtà è stato accertato che durante le notti i due si trovavano nelle proprie abitazioni o in altri luoghi, ben lontani dalla sede di lavoro. I poliziotti hanno scoperto le reiterate assenze dei sanitari a partire dal 2014 fino al agosto 2016. Dalle indagini sarebbero emerse ben 40 “false presenze” per un medico e 36 per l’altro. Il Gip ha disposto il sequestro preventivo di oltre 16 mila euro per l’uno e quasi 15 mila euro per l’altro, per il danno arrecato alla pubblica amministrazione. I due medici dovranno rispondere dei reati di truffa aggravata e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Il lavoro svolto dagli investigatori attraverso servizi di osservazione, con telecamere situate nella sede di lavoro, acquisizioni di copie dei registri di presenza dei sanitari, intercettazioni telefoniche e minuziosa attività di analisi dei tabulati delle utenze telefoniche ha permesso di individuare le assenze dal posto di lavoro in contrasto con le firme presenza apposte sui registri successivamente al turno di servizio. In particolare i sanitari avrebbero organizzato i turni in modo tale da coprirsi a vicenda ed alternarsi. Uno solo dei due effettuava il turno di notte e metteva una “firma falsa” per l’altro nel registro presenze. Inoltre, i due sanitari avrebbero assunto atteggiamenti di sfida nei confronti dei colleghi di lavoro affermando in più occasione: “…E’ la mia parola contro la sua…”.