NASO. «Aiutatemi a trovare un alloggio non ce la faccio più, dormo da un anno all’interno degli spogliatoi del campo sportivo, sono diabetico e malato di cuore», questo l’accorato appello di Antonino Ioppolo, 55 anni, originario di Naso.
Non ha una casa Antonino Ioppolo, da oltre un anno trova rifugio nel campo sportivo comunale, nel quale ha sistemato un materasso e depositato i suoi indumenti, adesso però la situazione è ulteriormente peggiorata perché l’accesso al campo è stato chiuso da un lucchetto e l’uomo trascorre la notte all’aperto, sugli scalini, riparandosi dal freddo con dei cartoni e con i pochi vestiti rimastigli.
«Assumo 11 pillole e tre dosi d’insulina al giorno, mi sono state amputate tre dita del piede, per camminare mi avvalgo di una stampella - afferma lo sfortunato - di giorno percorro a piedi alcuni chilometri e scendo in paese, la sera torno al palazzetto di contrada Grazia. Nessuno della mia famiglia mi può ospitare, hanno tutti scarse risorse economiche, mio padre è morto, mia madre è anziana e vive in un alloggio popolare con altre 8 persone, percepisco una pensione sociale di circa 206 euro mensili, riesco a malapena a mangiare e non posso permettermi i medicinali. Da tanto tempo soffro - aggiunge - chiedo aiuto al sindaco Daniele Letizia ed all’amministrazione comunale affinché mi assegnino presto una casa popolare, a causa delle temperature rigide del mese scorso, quando è caduta la neve , sono stato costretto persino a buttare l’insulina, non voglio più vivere come un clochard. Sono stato aiutato dall’associazione santagatese “Un nuovo sole per l’Italia”, presieduta dal cavaliere Giuseppe Cracò, che mi ha fornito cibo, medicine ed assistenza».
L’ente no profit, sempre al fianco degli ultimi e dei più bisognosi, elargisce aiuto, sostegno, viveri e medicinali a tutti gli aventi bisogno del comprensorio nebroideo. «Purtroppo - afferma Giuseppe Cracò - sono tante le persone versanti in condizioni di marginalità ed indigenza, Antonino Ioppolo ha avuto il coraggio di chiedere aiuto, ma tanti, troppi, per vergogna, per timidezza, si chiudono in doloroso silenzio e si lasciano sopraffare dalla rassegnazione». Già lo scorso aprile Ioppolo grazie all’ausilio dell’avvocato Decimo Lo Presti di Capo d’Orlando aveva rivendicato l’assegnazione di un alloggio popolare in contrada Grazia e scritto una lettera di protesta indirizzata al primo cittadino Daniele Letizia, al presidente del consiglio comunale Gaetano Ninì, all’Area servizi sociali, alla giunta, ai capigruppo consiliari ed al corpo di polizia municipale.
«Dal mese di agosto 2015 - si legge nella lettera - dimoro in alloggi di fortuna, sono un invalido, il mio reddito è tale da non consentire una adeguata e sufficiente autonomia economica per fare fronte alle ordinarie incombenze quotidiane di famiglia. A voi tutti ricordo che la mancanza di un alloggio costituisce una ipotesi di lesione indiretta dell’integrità fisica, poiché il diritto di abitazione rappresenta un diritto primario della persona in virtù dell’articolo 2 della Costituzione». Dalla missiva emerge inoltre che l’invalido lo scorso 3 aprile ha tentato di forzare la porta d’ingresso di un alloggio popolare , nel chiaro tentativo di occuparlo, sventato solo dall’intervento dei carabinieri. Ha quindi commesso un illecito per cui è stato deferito all’autorità giudiziaria del tribunale di Patti, che allo stato attuale gli impedisce di godere dell’assegnazione dell’agognata casa popolare, circostanza confermata dal sindaco Letizia, il quale consapevole della grave condizione di Ioppolo si è offerto di corrispondergli un sussidio, non potendo «motu proprio» attribuirgli un’abitazione.
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