MESSINA. La Corte d’Appello ha confermato la condanna ad un anno per un medico per il caso di una donna che abortì nel bagno della sua camera d’ospedale assistita soltanto dalla madre. La donna era ricoverata al Policlinico per un aborto terapeutico. Il processo era nei confronti del dottore Leone Scurria che doveva rispondere di omissione di atti d’ufficio. La Corte d’Appello (presidente Tripodi, giudici Orlando e Blatti) ha confermato la sentenza emessa dal tribunale che condannava il medico ad un anno, pena sospesa. La conferma era stata chiesta anche dal sostituto procuratore Maurizio Salomone. La difesa è stata rappresentata dagli avvocati Saverio Gullone e Antonino Brancatelli che invece hanno sostenuto che il comportamento adottato dal medico era corretto. La vicenda risale al 2010 quando la donna presentò un esposto sfociato in un’inchiesta giudiziaria che ha avuto diversi passaggi. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE DELLA SICILIA ORIENTALE DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE