PALERMO. Anche nelle indagini per risalire ai furti di bestiame viene utilizzato il Dna. Quello degli animali, naturalmente. I poliziotti del commissariato di Sant'Agata di Militello dopo la denuncia di un giovane allevatore nebroideo per il furto di alcuni vitellini da latte si sono messi in azione. La comparazione del Dna prelevato alla madre dei vitelli con quello presente nella banca dati creata per la prima volta in via sperimentale ed alimentata dall'Istituto Zooprofilattico di Barcellona Pozzo di Gotto, ha permesso agli investigatori di risalire all'allevamento in cui si trovavano i vitelli rubati. Con questa attività innovativa che prevede la collaborazione tra forze dell'ordine e l'istituto sarà sempre più difficile perpetrare furti di animali. I tre allevatori tortoriciani, che avevano i capi rubati, sono stati denunciati per ricettazione e falso ideologico.