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Attentato ad Antoci, il "commando" ha lasciato tracce biologiche

Giuseppe Antoci

SANT'AGATA DI MILITELLO. Volti, nomi e soprattutto Dna di chi ha sparato per uccidere il presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci sono sotto analisi. L’inchiesta della direzione distrettuale antimafia condotta dalla squadra mobile cerca conferme decisive per incastrare gli autori del tentato omicidio in quella terribile notte di un anno fa. Nel bosco di Miraglia, tra Cesarò e San Fratello, l’auto di Antoci fu attesa in piena notte e crivellata di colpi. Il presidente ebbe salva la vita grazie all’intervento del vicequestore aggiunto Daniele Manganaro e degli assistenti capo di polizia Sebastiano Proto, Salvatore Santostefano e Tiziano Granata che reagirono agli attentatori, mettendoli in fuga.

Sono quattordici gli avvisi di garanzia a carico di altrettante persone a quanto pare residenti non solo nella provincia messinese ma anche in quella catanese ed ennese. Magistratura e investigatori attendono i risultati del confronto delle tracce biologiche ritrovate nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2016 nella stradina dei Nebrodi con il Dna dei quattordici attualmente indagati. Proprio per consentiere l’esame, prove non ripetibili, è stato necessario inviare gli avvisi di garanzia. Sul luogo dell’agguato erano stati ritrovati mozziconi di sigaretta.

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