BARCELLONA POZZO DI GOTTO. Tra i tre ventenni evasi ieri dal carcere di Barcellona Pozzo Di Gotto c'è anche un ragazzo eoliano, Tony Sciacchitano. La madre gli ha lanciato un appello: "Costituisciti, non peggiorare la situazione. Ho cercato aiuto ovunque per farlo tornare a casa anche ai domiciliari. Mi diceva sempre che non ce la faceva più, ma adesso mi interessa soltanto che ponga fine a questa assurda fuga". I tre messinesi devono scontare pene comprese tra cinque e sei anni per reati legati alla tossicodipendenza. I detenuti hanno divelto le sbarre di un'inferriata e sono scappati via.
Non è la prima evasione dell’anno tanto che il sindacato penitenziario Osapp dichiara: «in questo momento la situazione delle carceri italiane è tutt'altro che normale, come invece dichiarato da alcuni dei vertici dell’attuale amministrazione penitenziaria. Le attuali evasioni, frutto di una politica penitenziaria dissennata che mette il detenuto al centro di ogni possibile diritto e concessione anche se non meritati, a discapito del personale di polizia penitenziaria, mettono a rischio soprattutto la civile convivenza e la sicurezza dell’inermi cittadini».
Ad oggi, nel 2017, risultano essere state 4 le evasioni dalle carceri italiane, prima dei tre fuggiti dall’istituto messinese. Tre a Firenze, una dal carcere di Frosinone. Inoltre, il 30 giugno, Johnny lo Zingaro non è rientrato nel carcere di Fossano dal lavoro esterno ed è tuttora ricercato. L’8 luglio, scorso, inoltre, un detenuto tunisino non è rientrato nel carcere di Volterra da un permesso premio. Ieri, un italiano si è allontanato dopo il suo primo giorno di lavoro esterno. Era rinchiuso nel carcere di Terni. E’ stato rintracciato e arrestato oggi.
«La stragrande maggioranza degli evasi - ha spiegato recentemente il ministro della Giustizia Orlando - sono stati ripresi nell’arco di qualche settimana grazie all’importante lavoro svolto dalla polizia penitenziaria». «Voglio solo ricordare - aveva aggiunto il Guardasigilli, dopo l’ allontanamento di Johnny lo Zingaro - che l’Italia è il paese con il più basso tasso di evasioni».
In tutto il 2016 le evasioni vere e proprie sono state 6 di cui 5 dal carcere di Rebibbia e una dal carcere di Forlì; sono stati 34 i mancati rientri da permessi premio, 23 da lavoro all’esterno, 14 da semilibertà e 37 mancati rientri di internati. Proprio oggi, in relazione all’evasione dei tre detenuti dal carcere di Rebibbia avvenuta nell’ottobre 2016, è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro albanesi accusati di aver favorito l'evasione dei tre connazionali. I tre evasi sono: un 36enne, detenuto per omicidio, condannato all’ergastolo; un 40enne, detenuto per tentato omicidio, armi e sequestro di persona, con fine pena previsto nel 2041 e un 38enne, detenuto per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanza stupefacente, con fine pena prevista nel 2020. Quest’ultimo è stato catturato la sera del 10 febbraio scorso in provincia di Como. I tre detenuti, il 27 ottobre scorso, dopo aver segato le sbarre della finestra della loro cella avevano raggiunto il muro di cinta e, calandosi con lenzuola annodate, erano riusciti a scappare. Alcuni complici li avevano fatti salire in auto nei pressi delle mura di cinta.
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