PALERMO. L'inchiesta che ha portato all'arresto del deputato dell'Udc Cateno De Luca è partita dalla denuncia di un avvocato, Giovanni Cicala, assistente legale del Caf Fenapi srl, nominato dopo alcuni accertamenti svolti sulle attività della società dalla guardia di finanza.
L'avvocato incontra De Luca e i suoi collaboratori e comprende che, nonostante il legale rappresentante della Caf Fenapi srl sia Carmelo Satta, pure lui ora indagato, il vero dominus della società sarebbe De Luca. Cicala riceve documenti per impostare la linea difensiva, ma si accorge che le carte ricevute non sono congrue.
I rapporti con de Luca, che si muove autonomamente contravvenendo alle indicazioni del legale e a suo dire confermando i sospetti della Finanza, si deteriorano e il legale rinuncia all'incarico.
"De Luca mi fece presente - dichiara Cicala agli inquirenti - che il suo problema era evitare che potessero risalire a lui nella gestione del Caf Fenapi". Il legale definisce la srl "una creatura" del parlamentare. "Che è come una famiglia per lui - aggiunge - che dà lavoro a un sacco di persone".
Cicala segnala alcune irregolarità documentali nel "protocollo" a De Luca e il deputato risponde che non sarebbe stato un problema. "Lo stoppai e gli dissi che lui era libero di fare quel che voleva, ma io sul punto non volevo saperne nulla", conclude.
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