Messina, sequestro da 9 milioni di euro a noto imprenditore operante nel settore della macellazione
Sequestro da 9 milioni di euro a Nunzio Ruggieri, imprenditore di Naso operante nel settore della macellazione e commercializzazione del pellame. La Dia di Messina, supportata dal centro operativo di Catania, a conclusione di un’attività investigativa culminata nella proposta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale per Ruggieri, ha apposto i sigilli a due imprese, una quota pari al 20% del fondo consortile di un consorzio; venti fabbricati e terreni; ventitré mezzi personali ed aziendali; vari rapporti finanziari, anche intestati altre persone individuate.
Ruggieri è imprenditore ritenuto vicino alla criminalità organizzata “tortoriciana”. Il collaboratore di giustizia Santo Lenzo in alcune dichiarazioni risalenti al 2002 raccontò che Ruggieri, nel 1999, tramite Carmelo Armenio, ritenuto referente della criminalità organizzata sul territorio di Brolo “aveva chiesto che fossero incendiati i mattatoi di Sinagra, Barcellona Pozzo di Gotto e Giammoro, impegnandosi, nel contempo, a versare 50.000.000 di lire all’organizzazione mafiosa” che lo avrebbe verosimilmente favorito. Ma l’operazione non sarebbe andata a buon fine “per l’opposizione dei rappresentanti della criminalità organizzata barcellonese”.
Il patrimonio accumulato negli anni da Nunzio Ruggieri sarebbe frutto, secondo gli inquirenti, di un’attività di usura. Ruggieri è stato infatti condannato per usura della Corte di Appello di Messina del 2005, con sentenza divenuta irrevocabile nel 2009. I fatti risalgono agli anni tra il 1998 e il 2000 quando un dipendente di banca aveva generato, all’istituto di credito presso cui era impiegato, un dissesto economico per circa 76 milioni di lire, attraverso la negoziazione di tre assegni.
Il dipendente, nel tentativo di ripianare la situazione, attraverso alcune “amicizie”, si rivolse a diversi usurai, tra i quali anche Nunzio Ruggieri, al fine di ottenere alcuni prestiti rilevatisi, poi, di natura usuraia. Nel 2012, a seguito di attività di indagine dei carabinieri di Sant’Agata di Militello, è stato rinviato a giudizio per il reato di usura continuata ad un imprenditore agrumicolo cui aveva applicato tassi di interesse del 10% mensili su somme prestate illecitamente. Nel 2016, è stato rinviato a giudizio presso la procura di Patti, per abusivismo finanziario, a seguito di attività d’indagine della guardia di finanza di Capo d’Orlando che ha fatto luce su una presunta illecita concessione di mutui, tra il 2005 ed il 2010, di somme di denaro per un totale 794.225 euro.
L’attività d’indagine economico-finanziaria, che ha portato all’esecuzione dell’odierno provvedimento di sequestro, ha permesso di accertare che Ruggieri, pur non avendo dichiarato redditi ufficiali sufficienti, sarebbe riuscito con attività di usura ad incrementare il suo patrimonio personale ed imprenditoriale, anche intestandolo a parenti, di fatto suoi fidati prestanome.
I flussi finanziari intercettati nell’attività d’indagine, anche in riferimento ad anomali incrementi patrimoniali versati in “contanti” nelle casse sociali delle società, difformemente alle previsioni in materia di antiriciclaggio, non risultano giustificati dalle evidenze ufficiali.