Oltre al problema sanitario, per qualcuno c'era una questione sentimentale da salvaguardare: abolendo il punto nascita di Lipari - sul quale è calata la scure della Regione siciliana - alle Eolie non sarebbe più venuto alla luce nessun bambino e nel giro di un paio di generazioni dalle carte d’identità sarebbero scomparsi i nati nelle isole del vento. Ma la scorsa notte una donna dello Sri Lanka, che vive a Vulcano insieme al marito, ha partorito un bambino in un luogo poco consono all’evento: l’eliporto dell’isola, dove la signora, intorno alle 2.30, attendeva l'arrivo dell’elicottero del 118 che l’avrebbe dovuta trasportare all’ospedale Papardo di Messina, dove la donna è arrivata, ma solo dopo il parto, avvenuto sulla pista di decollo con l’assistenza del medico del presidio sanitario, del personale dell’elisoccorso e della Croce Rossa. La situazione è precipitata mentre la partoriente era in attesa del mezzo, nonostante non ci fosse stata alcuna avvisaglia di emergenza, sulla panoramica eliporto di contrada Vulcanello che dà sui faraglioni. Tutto è andato bene e il trasferimento di mamma e bimbo a Messina è stato deciso solo a scopo precauzionale. Nel 2012 fu decisa la chiusura del punto nascite all’ospedale di Lipari e da due anni e mezzo la struttura è ferma. E' accaduto che le partorienti - alle quali la Regione rimborsa mediamente tremila euro come contributo per lo spostamento - rischiassero di dare alla luce i loro bimbi su un elicottero e su un aliscafo mentre si dirigevano verso la terraferma. Adesso è accaduto. In questi anni si è spesso parlato di riapertura del punto nascita, ma nulla è accaduto. Prima della sua chiusura, nell’ospedale delle Eolie nascevano circa 120 bambini l’anno. Se il 2018 conta finora un bimbo nato nelle Eolie, il 2017 si è chiuso con un solo fiocco rosa: mamma Grazia ha dato alla luce Chiara, nata nell’ospedale di Lipari di buon mattino mentre si attendeva l’arrivo dell’elicottero.