Rischia un nuovo processo l’ex senatore di Ala Denis Verdini a cui la procura di Messina ha notificato la chiusura dell’inchiesta che lo vede accusato di illecito finanziamento ai partiti. L’atto, che generalmente precede la richiesta di rinvio a giudizio, è stato ricevuto anche dai tre coindagati dell’ex politico: l’ex giudice del Consiglio di Giustizia Amministrativa siciliano Giuseppe Mineo, che risponde di corruzione in atti giudiziari e rivelazione di segreto d’ufficio, e gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore, arrestati l’anno scorso nell’ambito dell’indagine sul cosiddetto "Sistema Siracusa". Il nuovo caso Verdini nasce proprio dalle rivelazioni dei due penalisti, per anni al centro di un giro di corruzioni finalizzate ad avvantaggiare clienti di peso e costate la galera anche al pm Giancarlo Longo. Amara e Calafiore hanno deciso di parlare coi pm coordinati dal procuratore Maurizio de Lucia. In particolare Amara sta raccontando agli inquirenti anni di malaffare nel mondo della giustizia: come il tentativo di pilotare un contenzioso amministrativo milionario in favore di un suo cliente, l’impresa siracusana Frontino. Il giudice «avvicinato», l’ex consigliere del Cga Giuseppe Mineo arrestato a luglio, in cambio del suo interessamento avrebbe chiesto denaro e la nomina al Consiglio di Stato. Un salto di qualità nella carriera sponsorizzato da Denis Verdini, che, per l'interessamento, avrebbe incassato 300mila euro: da qui l'accusa di finanziamento illecito ai partiti. All’invito a comparire, notificatogli mesi fa dai pm, l’ex fedelissimo di Silvio Berlusconi non ha dato seguito e non si è presentato all’interrogatorio. La vicenda è emblematica di un vero e proprio sistema: con giudici disposti a mettere in vendita la propria funzione, consulenti prezzolati e milioni di euro in ballo. I racconti di Amara, che per anni ha agito insieme a Calafiore, hanno portato anche a una delicata indagine sul Consiglio di Stato aperta dalla procura di Roma. Giuseppe Mineo, docente universitario ed ex giudice del Consiglio di Giustizia Amministrativa siciliano entra in scena perché relatore nel contenzioso che un cliente importante di Amara, l’impresa di costruzione Frontino, aveva con il Comune di Siracusa. La società chiedeva all’amministrazione comunale milioni di euro per il ritardato rilascio di una concessione edilizia. La causa, conclusasi recentemente, si è trascinata per anni tra alterne vicende. Mineo, relatore del caso al Cga, si era impegnato ad aggiustare la sentenza gonfiando il risarcimento dovuto ai Frontino. In cambio, dice Amara, avrebbe chiesto 115mila euro da far avere a un amico, l’ex presidente della Regione Giuseppe Drago che aveva problemi economici, e la nomina al Consiglio di Stato. E qui entra in gioco Verdini che, racconta sempre Amara, avrebbe interessato l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti del caso. In effetti, nel 2016, Mineo venne indicato dal Consiglio dei Ministri del Governo Renzi nella lista dei consiglieri di Stato di indicazione governativa. Ma la designazione fu stoppata da un procedimento disciplinare a cui il giudice era sottoposto. Lotti non è stato indagato, ma, sentito come testimone, ha confermato di aver ricevuto da Verdini il curriculum di Mineo.