Marito e moglie avevano deciso di "arricchirsi" con la truffa dello specchietto. I due sono stati fermati dalla polizia, a Messina, durante un controllo. I malfattori, spostavano il perno che normalmente blocca lo specchietto nella sua sede per simulare il danno della propria auto e costringere la vittima di turno a pagarne le spese. All’interno vi era un semplice filo a molla che ne regolava la caduta nel caso di un urto simulato. A rendere ancora più verosimile l’incidente, i due tenevano in auto un pezzo di legno ricoperto da nastro adesivo, utilizzato per provocare un rumore associabile ad un piccolo urto. Durante il controllo, i due sono risultati non residenti a Messina e non hanno saputo fornire spiegazione alcuna alla loro presenza in città e neanche alla manomissione dello specchietto retrovisore. Nei loro confronti, entrambi con precedenti per truffa aggravata, nonché già destinatari di foglio di via obbligatorio emesso in altre città, è scattato il medesimo provvedimento. Non potranno più far ritorno nel comune di Messina per un periodo di tre anni. All’uomo, contestata anche la violazione al Codice della Strada perché alla guida privo di patente già revocata nel 2010 e fermo amministrativo per mesi tre sull’autovettura.