Rischiano di chiudere una decina di impianti di carburante cittadini, giudicati incompatibili perché non a norma in materia di sicurezza e tutela dell'ambiente.
Il loro nome, infatti, non comparirebbe nell'anagrafe dei distributori ritenuti compatibili e pertanto sicuri . Un obbligo previsto dalla normativa del 2017 che prevede per i titolari l'onore di dichiarare la compatibilità o incompatibilità del proprio impianto.
"Il mancato rispetto dell"iscrizione nel registro - evidenziano Stellario Bossa della Faib Confesercenti e Antonio Munafò di Fegica Cisl - comporta l'applicazione di sanzioni anche pesanti che variano dai 2.500 fono ai 15.000 euro, nonché la cessazione delle autorizzazioni e concessioni necessarie, quindi la chiusura del distributore. on.la revoca in autotutela dell'autorizzazione".
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