Femminicidio a Palagonia, tolto il risarcimento ai tre figli: "Il marito l'avrebbe uccisa lo stesso"
La Corte d’appello di Messina ha annullato il risarcimento di 259.200 euro che nel giugno del 2017 i giudici di primo grado avevano riconosciuto ai tre figli minorenni di Marianna Manduca, la donna uccisa a coltellate il 3 ottobre del 2007 da suo marito, Saverio Nolfo, poi condannato a 21 anni di carcere per l'omicidio della moglie. La donna, 32 anni, di Palagonia denunciò ben 12 volte le minacce e le violenze subite dal marito. Sulla base di queste denunce nel processo di primo grado per il suo omicidio, era stata riconosciuta una responsabilità civile nei confronti dei magistrati che non sarebbero intervenuti in tempo per preservare Marianna dalla furia omicida di Nolfo. Ai tre figli minorenni, orfani della mamma, venne dunque riconosciuto il risarcimento, che oggi però lo Stato chiede indietro. La sentenza d'appello ribalta tutto ritenendo come non ci fosse alcuna responsabilità civile dei magistrati: «dato il radicamento del proposito criminoso e la facile reperibilità di un’arma simile (un coltello, ndr)», scrivono i giudici in Appello. Nulla insomma «avrebbe impedito l’omicidio della giovane donna». In sintesi, Marianna sarebbe stata comunque uccisa. Una sentenza che ha riscosso parecchio clamore. Si dice «incredula e indignata per la sentenza» la vice presidente della Camera e deputata di Forza Italia, Mara Carfagna. Una decisione che impone ai «tre orfani di Marianna Manduca di restituire la già misera somma che il Tribunale di Messina aveva previsto a loro risarcimento». «La Corte d’Appello - aggiunge Mara Carfagna - dice quindi agli orfani, e a tutti noi, che quel femminicidio non poteva essere evitato, denunciare i violenti è vano». Il vice presidente della Camera e deputata di Fi giudica «sconvolgente che i giudici abbiano sentenziato, in nome del popolo italiano, che non vi fu negligenza alcuna da parte di chi, preposto a proteggere la vita di noi tutti e a fare giustizia, ha ignorato le fondate e disperate richieste d’aiuto di Marianna Manduca». «Non è mio costume mancare di rispetto alla magistratura - sottolinea Mara Carfagna - ma, oggi, non posso astenermi dal dire che questa è l’ennesima beffa verso chi è vittima di violenza eppure trova il coraggio di denunciare, e soprattutto verso i più fragili, i più indifesi: gli orfani che hanno visto la madre uccisa dal padre. Questo è il risultato del messaggio politico che il Governo ha dato negando un fondo adeguato agli orfani di femminicidio, ma anche il segno che, al di là della propaganda, questo Paese rischia di fare retromarcia su diritti fondamentali e acquisiti. Ci auguriamo - conclude Carfagna - che la Cassazione ripristini legalità e giustizia e che, almeno di fronte a questo, il Governo si muova per sostenere le famiglie che accolgono e crescono bambini e ragazzi così orribilmente feriti».