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Pesca di frodo, a Salina sequestrati 8.500 metri di rete

Si è conclusa, nel tardo pomeriggio di ieri, una vasta operazione di contrasto all'utilizzo di attrezzi non consentiti per la pesca non professionale sul demanio marittimo dei tre comuni dell'isola di Salina. I controlli sul territorio e negli specchi d'acqua di propria competenza, esperiti a cura della delegazione di spiaggia di Salina, disposti dall'Ufficio circondariale marittimo di Lipari e coordinati dal capo del compartimento marittimo di Milazzo, capitano di fregata Francesco Terranova, hanno portato, nei tre giorni di operazione, al sequestro di sedici pezzi di rete, di tipo imbrocco e tramaglio, per un totale di oltre 8500 metri di lunghezza, quattro palangari da circa 150 ami cadauno e tre nasse di grandi dimensioni, unitamente a due rulli in metallo, presumibilmente, utilizzati per salpare le reti.

Come ha spiegato il comandante del porto di Lipari, tenente di vascello Francesco Principale: «Gli attrezzi da pesca di tipo “rete da posta”, tutte prive della prevista marcatura identificativa obbligatoria per la pesca professionale, sono pertanto riconducibili ad attività illecite di pesca ricreativa con attrezzi non consentiti». Gli stessi attrezzi da pesca erano depositati in aree demaniali in difformità con la vigente normativa di settore. I militari della Guardia costiera hanno redatto apposita annotazione di polizia giudiziaria, procedendo al sequestro preventivo ai fini della confisca degli attrezzi recuperati e informando la competente autorità giudiziaria.

L’articolo nell’edizione della Sicilia Orientale del Giornale di Sicilia

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