Nessuna autopsia sul corpo di Felice Gimondi, l'ex campione italiano di ciclismo morto ieri per un malore mentre faceva il bagno nelle acque di Giardini Naxos. La Procura di Messina, infatti ha deciso di non disporre l'esame autoptico. I magistrati, dopo il rapporto del medico legale che ha eseguito l'esame esterno del corpo che ha accertato la causa naturale del decesso, starebbero per firmare il nulla osta della restituzione ai familiari della salma, che si trova nell'obitorio dell'ospedale "Sirina" di Taormina. Gimondi, in vacanza insieme alla famiglia, era ospite di una struttura alberghiera di Giardini Naxos, la località turistica del messinese, e si è sentito male mentre stava facendo il bagno. Nello specchio d'acqua è intervenuta anche una motovedetta della Guardia Costiera, ma tutti i tentativi di rianimarlo da parte dei medici sono stati inutili. L'ex campione italiano di ciclismo, che era sofferente di cuore, secondo i soccorritori sarebbe morto per un infarto. Professionista dal 1965 al 1979, Felice Gimondi è stato uno dei sette corridori ad aver vinto tutti e tre i grandi Giri, cioè Giro d'Italia (per tre volte, nel 1967, 1969 e 1976), Tour de France (nel 1965) e Vuelta a Espana (nel 1968). La notizia della morte improvvisa di Gimondi ha scosso in particolare Bergamo, la sua terra d'origine, dove non era difficile incrociarlo, ancora in sella alla bici da corsa, e dove da anni organizzava la 'Gran Fondo Felice Gimondi', giunta quest'anno alla ventitreesima edizione, con 4 mila iscritti provenienti da 32 Paesi. Gimondi era nato quasi 77 anni fa e aveva trascorso l'infanzia a Sedrina, centro di 2.500 abitanti all'imbocco della valle Brembana.