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Truffa all'Inps di Messina: 36 indagati tra medici, avvocati e pazienti

Sono 36 gli indagati che vanno al vaglio preliminare dell’ultima inchiesta della procura peloritana, che dovranno comparire il prossimo 11 marzo davanti al gip del Tribunale di Messina, Salvatore Mastroeni .

Sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori ben 96 persone, tra presunti falsi invalidi, avvocati, medici, gestori di patronati e “faccendieri”. Il sostituto procuratore Rossana Casabona, titolare del caso, ha diviso il fascicolo in più faldoni e per 36 indagati ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio.

I fatti vanno dal 2009 al 2014 e i medici interessati operavano nelle strutture pubbliche di Messina, Milazzo, Patti e Barcellona Pozzo di Gotto. I capi di imputazione elencati dalla procura sono ben 296 e alcuni sono ancora coperti dagli omissis, mentre in alcuni dei reati contestati “visibili” vengono fuori nomi di altri indagati per i quali “si procede separatamente”.

Ciò vuol dire che l’inchiesta non è conclusa e potrebbe avere ulteriori e clamorosi sviluppi. L’indagine è nata quasi per caso, mentre i carabinieri lavoravano alla scomparsa di una ragazza , che sarebbe precipitata da un viadotto autostradale nel luglio 2013, poi ritrovata morta soltanto nel gennaio 2014, i militari effettuarono una serie di accertamenti anche sul padre della giovane, che risultò inserito in un ampio contesto e in una rete di rapporti attraverso i quali otteneva certificati medici utili a chi voleva ottenere le pensioni di invalidità.

L’accusa ipotizza per 15 di loro l’associazione a delinquere finalizzata alle truffe Inps. Gli altri risultano coinvolti in singoli casi di falso e truffa.

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