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L'esplosione nella fabbrica di fuochi d'artificio a Barcellona, c'è un terzo indagato

La Procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha iscritto nel registro degli indagati Antonino Bagnato, figlio del proprietario dell’impresa che stava effettuando dei lavori nella fabbrica di fuochi d’artificio in cui lo scorso 20 novembre, durante un’esplosione, morirono 5 persone. Il nome di Bagnato si aggiunge a quello degli altri due indagati, Vito Costa, 72 anni, titolare della fabbrica distrutta dalla deflagrazione e Corrado Bagnato, 64 anni titolare della ditta che stava eseguendo dei lavori di messa in sicurezza.

Antonino Bagnato dal letto dell’ospedale, aveva raccontato  una versione diversa da quella ipotizzata dagli investigatori  sulla causa che aveva innescato l’esplosione, affermando che i lavori erano già stati ultimati e che lui e gli operai stavano raccogliendo gli attrezzi prima di andare via. Da quanto è emerso dalle indagini sembra però che i lavori non fossero stati ultimati e che a causare lo scoppio della polvere pirica sarebbe stata una saldatrice in azione.

3 Commenti

ciccio

27/12/2019 07:06

Far entrare saldatrici e mole in una fabbrica di esplosivi è stato da incoscienti, e le conseguenze si sono viste

pino

27/12/2019 07:10

Sono state violate e più elementari norme di sicurezza, come non aver effettuato le prove di esplosività prima dell'intervento degli operai. La troppa leggerezza ha portato alla tragedia.

sergio lunetta

27/12/2019 08:11

Purtroppo manca la cultura del lavoro, troppo improvvisazione, troppo leggerezza nell'affrontare qualsiasi lavoro, prima si riflette su ciò che può avvenire e poi si agisce di conseguenza. Un esempio per tutti? Quanti morti inutili nelle vasche chiuse o aperte ove la mancanzadi ossigeno la fa da padrone?

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