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Emergenza Coronavirus, l'appello dei medici di Messina: "È ora di agire"

"Basta, è ora di agire". Così, alla luce dell’emergenza coronavirus, l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Messina in una lettera indirizzata al prefetto, al sindaco ed a tutti i Comuni della Città Metropolitana. "La pandemia da coronavirus - evidenzia il presidente dell’Ordine dei Medici, Giacomo Caudo - ha già raggiunto il nostro territorio e non tarderà a mostrare i suoi prevedibili e devastanti effetti. Il tempo intercorso, se ben utilizzato, avrebbe potuto permettere una adeguata organizzazione per affrontare il problema, approfittando delle esperienze e del sapere di chi sta già lavorando da tempo sul fronte dell’emergenza sanitaria. A tutt'oggi si registra con rammarico una inadeguatezza dei provvedimenti adottati, che appaiono insufficienti e talora contraddittori, purtroppo spesso lasciati alla libera interpretazione di chi invece è tenuto ad osservarli".

"Manca la guida di una vera cabina di regia nell’ambito dei nostri decisori istituzionali - aggiunge Caudo - e l’Ordine denuncia il suo mancato coinvolgimento nella organizzazione delle strategie di contrasto, pur essendo un organo sussidiario dello Stato, preposto alla tutela della salute pubblica".

"I medici - sottolinea il Presidente dell’Ordine di Messina - stanno pagando un prezzo troppo alto, sia in termini di qualità che di quantità di lavoro, pur consapevoli del costante ed elevato rischio di contagio a cui sono quotidianamente sottoposti nell’esercizio delle proprie funzioni, con repentaglio per sè stessi e, conseguentemente, di riflesso per i propri familiari e per l’intera collettività alla quale continuano a non far mancare la propria dedizione ed il necessario supporto. E’ di pubblico dominio che il 10% del totale dei contagiati è personale medico che rappresenta una potenziale fonte di trasmissione del virus, trasformando i medici, loro malgrado, da salvatori di vite in untori. Sono già troppi e purtroppo continueranno ad aumentare i medici e gli operatori sanitari caduti nel corso della loro professione, così come troppe sono le morti dei cittadini. Pertanto, il Consiglio Direttivo di quest’Ordine, nella consapevolezza delle responsabilità oggettive in capo alle amministrazioni preposte, ritiene non più procrastinabile e di evidente urgenza intervenire".

"Nel denunciare - aggiunge - che la condizione attuale del Sistema sanitario nazionale è il risultato di anni di dissennate politiche di tagli assistenziali orientati alla riduzione delle prestazioni e alle logiche economiche, chiede di: approvvigionare con DPI idonei e sicuri e in quantità appropriata 'Tuttì i medici che svolgono attività assistenziale; sottoporre tutti i medici a tampone, facendo tesoro della positiva azione svolta nel Comune di Vo Euganeo, permettendo così di evitare che gli operatori sanitari, possano essere, loro malgrado, fonte di contagio; la messa in atto delle disposizioni del Governo centrale secondo le quali la sorveglianza sanitaria attiva è di competenza della Sanità pubblica in attesa delle annunciate USCA, dotando il personale medico in organico a quest’ultima di dispositivi di protezione individuali commisurati al rischio dell’attività di competenza; dare seguito alle direttive consequenziali alla messa in quarantena, vigilando in maniera attenta affinchè tutti gli attori della filiera svolgano il loro compito in maniera precisa e soprattutto tempestiva nel rispetto dei protocolli e direttive Inps, anche per gli aspetti certificativi; non dimenticarsi di tutti gli altri cittadini affetti da patologie non legate al coronavirus, garantendo loro accessibilità alle cure ed adeguatezza delle stesse senza abbandonarli al loro destino; sollecitare la popolazione a non riporre fiducia incondizionata nella moltitudine di informazioni circolanti nel web, spesso infondate e pericolosamente fuorvianti, che tendono a sviare dai più corretti comportamenti individuali e perfino dalle giuste terapie che devono essere seguite per le cure del caso".

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