Messina

Lunedì 23 Dicembre 2024

Abusò di una ragazzina, ai domiciliari un assistente scolastico del Messinese

Ai domiciliari con il braccialetto elettronico l’assistente scolastico di Capri Leone che avrebbe più volte abusato sessualmente di una ragazzina, approfittando dell’amicizia con i genitori vicini di casa. L'uomo, 59 anni, difeso dall’avvocato Decimo Lo Presti, affetto da diabete ed altre patologie ristretto in carcere, ha ottenuto dal collegio giudicante del Tribunale di Patti i domiciliari, in accoglimento dell’ istanza presentata dal difensore Lo Presti. Nel corso dell’ultima udienza, ascoltato dal consulente tecnico d’ufficio,  Gabriella Catanzaro e, acquisti gli esiti dell’incidente probatorio, rispetto ai quali la difesa aveva sollevato profilo dì nullità assoluta attesa la violazione del diritto del consulente di parte di partecipare. Il processo è stato aggiornato al prossimo 14 maggio per l’emergenza epidemiologia in corso. La turpe vicenda risale al 13 marzo dell'anno scorso, quando gli agenti di polizia del commissariato di Capo d’Orlando, coordinati dal vicequestore aggiunto Carmelo Alioto, sotto il coordinamento della procura di Patti, diedero esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip ed arrestarono l’uomo,  residente a Rocca di Capri Leone, con l’accusa di violenza sessuale su minore. Il cinquantanovenne, difeso dall’avvocato Decimo Lo Presti, fu  ristretto nel carcere di Barcellona. L’incidente probatorio iniziò il 5 aprile, dopo la richiesta del difensore Lo Presti, avente ad oggetto la sezione peritale, finalizzata a valutare la capacità della quindicenne, dal  Nella richiesta, come si legge tra l’altro nell’atto, il legale chiese: “La perizia psichiatrica al fine di accertare la capacità a testimoniare della persona offesa, affetta da deficit cognitivi,  in relazione alla testimonianza da acquisirsi e valutare se i vissuti emotivi siano compatibili con l’ipotesi di abuso, quindi richiede l’assunzione della testimonianza della persona offesa”. Su richiesta delle parti, è stata sentita la dottoressa Gabriella Catanzaro, il perito nominato dal giudice, non sono mancati momenti di scontro tra l’accusa, rappresentata dal pm  Alice Parialò e la difesa, rappresentata dall’avvocato Decimo Lo Presti. Il legale ha prospettato un’eccezione di nullità assoluta della perizia, già formulata, in occasione del provvedimento che ha estromesso il consulente di parte, dottor  Sergio Chimenz, dalla partecipazione alle attività peritali. A questo punto il procedimento è proseguito  con la restituzione degli atti al pm , perché decidesse come procedere riguardo all’azione penale. Al dibattimento si sono costituiti parte civile la famiglia della minore vittima dei presunti abusi sessuali , assistita dall’avvocato Bernardette Grasso e l’associazione Pink Project, guidata dalla presidente Maria Grazia Giorgianni, che assiste le donne vittime di violenza, rappresentata dall’avvocato Cristina Manfredi Gigliotti. I primi testimoni escussi furono quattro poliziotti in servizio al commissariato di Capo d’Orlando, che condussero le indagini coordinate dal sostituto procuratore di Patti Alice Parialò.  La scorsa estate si concluse , davanti al gip di Patti Eugenio Aliquò, l’incidente probatorio sulla perizia relativa alla capacità di testimoniare della presunta vittima, una sedicenne, persona offesa. La ragazza, una studentessa di Rocca di Caprileone, era già stata sentita in una prima fase dell’incidente probatorio svoltosi ad aprile. Tra interrogatorio e incidente probatorio accusa e difesa si sono confrontati su modi e tempi in cui sarebbero avvenuti i presunti casi di violenza contestati e sugli orari riscontrati attraverso anche riprese di videocamere di sorveglianza ed ingressi a scuola lungo il tragitto tra Rocca di Caprileone e Capo d’Orlando dove si trova l’istituto frequentato dalla minore. Secondo l’accusa un episodio di abuso sarebbe avvenuto sulla spiaggia in località Zappulla a Rocca mentre un altro caso, ricostruito dal racconto rivelato dalla vittima all’assistente sociale, si sarebbe verificato in un casolare abbandonato in contrada Tavola Grande, a Capo d’Orlando.

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