A vuoto le ricerche di Viviana Parisi e del piccolo Gioele, cellulare lasciato a casa ma il marito è certo: "Non è fuggita"
S’infittisce il mistero intorno alla scomparsa di Viviana Parisi, 43 anni, di Venetico e del suo piccolo Gioele di 4 anni, dei quali non si hanno più notizie da lunedì scorso. Proseguono senza sosta le ricerche: ieri sono intervenuti anche i sommozzatori che hanno scandagliato senza esito due laghetti artificiali nelle vicinanze del viadotto “Pizzo Turda” sull'autostrada Messina-Palermo all'altezza del comune di Caronia, dove è stata ritrovata l'Opel Corsa della dj. Sono stati setacciati finora 50 ettari di territorio come ha riferito Maurizio Venuto, che per la Protezione Civile coordina i soccorsi. Nei laghetti, ispezionati dai sommozzatori, non è stato trovato nulla. La polizia stradale, intanto, ha lanciato un nuovo appello: "È noto - si legge - che, al momento del sinistro stradale, altri utenti in transito sull'autostrada A20 si siano fermati per darle assistenza. Chi si fosse fermato e/o potesse fornire informazioni utili in merito, è pregato di contattare i numeri di emergenza 112 o 113". La procura di Patti, che ha aperto un’indagine, sta continuando a interrogare parenti ed amici, ma nessun elemento utile sarebbe emerso. L’indagine è coordinata dal procuratore capo di Patti, in persona, Angelo Cavallo, che si è recato sul posto per visionare l’autovettura ed interloquire con la task force che ha impiantato un’unità mobile di coordinamento. E’ stato sentito dagli agenti di polizia anche il marito, Daniele Mondello, che ha ribadito di non credere alla tesi di un allontanamento volontario. Secondo la sua versione dei fatti, fornita agli inquirenti, Viviana sotto shock dopo l’incidente si sarebbe allontanata in stato confusionale. Resta da chiarire perché la donna, che ha detto al marito che sarebbe andata a Milazzo, si trovava a Caronia ad oltre 100 chilometri di distanza da Venetico. “ L’apertura dell’indagine - ha spiegato il procuratore Cavallo - fa parte di un percorso fisiologico, in questo momento non stiamo seguendo alcuna pista particolare”. Resta tuttavia singolare che la donna abbia lasciato il cellulare a casa e non sull’auto insieme alla borsa e ai documenti, come era stato inizialmente detto. Gli inquirenti non escludono al momento alcuna ipotesi e, neppure che abbia potuto compiere un gesto estremo, presa dallo sconforto. Sono stati i vigili del fuoco a chiedere l'intervento dei sub dopo avere trovato tracce fresche di passaggi di persone vicino ai due laghetti. Gli invasi sono a una breve distanza dal punto in cui, sull'A20 Messina-Palermo, è stata trovata l'auto di Viviana, la quale, secondo alcuni testimoni, avrebbe scavalcato con il bambino il guardrail e si sarebbe diretta verso la statale 113. E’ una lotta contro il tempo, tutte le energie degli esperti scesi in campo per le ricerche sono concentrate sul ritrovamento della donna e del piccolo Gioele. Ieri oltre ai laghetti, a circa 72 ore, dalla scomparsa della mamma e del figlioletto, i vigili del fuoco hanno battuto numerose zone collinari, con l’impiego dei cani molecolari, un pastore belga Malinois di nome Margot e un Border Collie di nome Vega. Le ricerche non sono mai state interrotte continuano senza sosta anche nelle ore notturne. La task force lavora e presidia la zona 24 su 24 per ritrovare sani e salvi Viviana e il piccolo. Ore d’ansia, di disperazione, di concitazione pensando solo a ritrovare la donna che potrebbe essere ferita e al bambino indifeso. In campo anche tre droni per sorvolare le zone di fitta vegetazione, impenetrabili.