Caronia, i legali della famiglia: "Se Viviana fosse stata trovata prima, Gioele poteva essere vivo"
Continuano le indagini sulla tragedia di Caronia, che ha portato alla morte di Viviana Parisi, dj di 43 anni e del figlio Gioele di 4 anni. Entrambi sono scomparsi lo scorso 3 agosto, il corpo di Viviana è stato ritrovato l'8 agosto. Sono invece passate altre due settimane prima che si trovassero i resti del piccolo Gioele. Il legale della famiglia Parisi si scaglia contro il metodo delle ricerche, a suo avviso il bimbo poteva essere ancora vivo il 4 agosto, giorno presunto della morte della madre. «Noi l’abbiamo detto da subito che le ricerche erano state fatte male e quello che oggi emerge dalla Procura ne è la conferma. Mi riferisco al fatto che non avessero ingrandito fino al 13 agosto le immagini che dimostrano che già il 4 agosto Viviana Parisi era morta sotto il pilone, solo il geologo forense poi si è accorto di questa cosa solo il 20 agosto. Chiederemo ulteriori verifiche sul punto». Lo dice l’avvocato Nicodemo Gentile legale della famiglia Parisi. «Se il corpo fosse stato trovato prima - precisa il penalista che col collega Antonino Cozza rappresenta i genitori della dj - cambia moltissimo. Se fosse stato trovato prima probabilmente si sarebbero potuti fare ulteriori accertamenti e scoprire a verità. Detto questo, non è escluso fosse possibile trovare anche Gioele e magari il bimbo poteva essere ancora vivo il giorno dopo. Penso che quello che è successo sia veramente gravissimo». «Ho - apprezzato invece - prosegue l’avvocato - che il procuratore abbia smentito alcune voci uscite nei giorni scorsi dicendo che non privilegiano alcuna pista. Speriamo che le indagini lascino aperte tutte le ipotesi come è stato detto». Intanto Daniele Mondello, marito di Viviana e padre di Gioele, contro chi parla di ipotesi omicidio-suidicio, continua a sostenere che siano stati aggrediti da animali. «Mia moglie non ha mai toccato mio figlio neppure con un dito. Credo siano stati aggrediti da animali», ha scrtto su Facebook. «Quanto prescritto a Viviana era finalizzato a lenire il suo stato d’ansia: a causa del Covid, e dei mesi di clausura forzata in casa, temeva per la sua famiglia. La stessa paura che abbiamo avuto tutti. Finchè vivrò e Viviana e Gioele mi daranno la forza di andare avanti lotterò fino alla mia morte per sapere la verità. Il mio dolore non ha confini ma non sono disposto a tollerare altro fango su Viviana, me o la mia famiglia».