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Autotrasportatore ucciso nel Messinese: 90 anni di carcere per tre imputati

Novanta anni di carcere a tre imputati per l’omicidio dell’autotrasportatore barcellonese Carmelo Martino Rizzo, ucciso da tre colpi di pistola, nella cabina del suo mezzo, a Potenza il 4 maggio del 1999.

Il Gup del Tribunale di Potenza, Antonello Amodeo ha condannato a 30 anni di reclusione ciascuno Basilio Condipodero, 46 anni, Giovanni Rao, 59 anni e Sam Di Salvo, 55 anni, tutti di Barcellona Pozzo di Gotto. Assolto per non aver commesso il fatto, il collaboratore di giustizia Carmelo D’Amico. La vittima all’epoca dei fatti, aveva 27 anni e, secondo quanto ricostruito dalla Procura e dalla Direzione  distrettuale antimafia di Potenza, sulla base delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Carmelo D’Amico, Rao e Di Salvo furono i mandanti dell’omicidio, avvenuto 21 anni fa per ritorsione nei confronti dell’autotrasportatore, accusato, si legge nell’ordinanza “ dalla famiglia mafiosa barcellonese di aver partecipato al furto di un escavatore ai danni di una ditta che pagava il pizzo e che quindi era sotto la protezione della criminalità organizzata barcellonese”.

Si trattò di una vera e propria spedizione punitiva per vendicare lo "sgarro"subito. Condipodero, secondo l’accusa, avrebbe accompagnato Stefano Genovese, 46 anni, esecutore materiale dell’assassinio, ed ebbe il ruolo di autista nel commando di fuoco entrato in azione il 4 maggio 1999. Genovese è stato già condannato a 27 anni per l’omicidio di Rizzo, ucciso con tre colpi di pistola calibro 765, mentre si trovava nella cabina del suo automezzo, durante una sosta del suo ultimo viaggio che l’avrebbe portato in Piemonte.

La misura cautelare in carcere per i tre condannati era scattata già nel dicembre 2019 ed era stata notificata in carcere a Rao e Di Salvo, già ristretti in carcere per altri reati. Condipodero era stato invece arrestato dagli agenti della Polizia di Stato di Barcellona Pozzo di Gotto, coordinati dal dirigente Antonio Rugolo.

Il giudice ha disposto il risarcimento del danno per i familiari che si sono costituti parte civile con gli avvocati Filippo Barbera, Gaetano Pino e Santino Trovato. Per la moglie Nunziana Di Pasquale ed il figlio della vittima, Claudio Rizzo, è stata fissata una provvisionale di 50 mila euro per ciascuna delle parti. Il collegio di difesa era inoltre composto dagli avvocati Autru Ryolo e Scattareggia Marchese per Rao, Tommaso Calderone e Tino Celi per Di Salvo e Diego Lanza e Giuseppe Lo Presti per Condipodero. Carmelo D’Amico era difeso dall’avvocato Antonietta Pugliese.

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