Primo giorno di zona rossa per Messina. Il sindaco, Cateno De Luca, intanto ieri sera ha firmato un’ordinanza che aggiunge altre misure restrittive a quelle già previste per la zona rossa e che però saranno in vigore da venerdì 15 gennaio. Un nuovo provvedimento che però ha acceso subito lo scontro con la Regione. Il primo cittadino in una diretta Facebook mattutina ha precisato che ci saranno alcuni "aggiustamenti". Una delle novità e motivo dello scontro riguarda lo stop all'asporto nella ristorazione. "Il principio - ha detto - è limitare la mobilità, gli aggiustamenti saranno fatti in funzione di una riflessione, d’altronde ho fatto un provvedimento a efficacia differita per alcuni principi, perchè ho voluto dare il tempo a tutti di organizzarsi e quindi di non chiudere le attività all’improvviso". "Abbiamo deciso una fase transitoria per far comprendere le ulteriori restrizioni - ha detto polemizzando con il consigliere comunale del Pd Alessandro Russo - Vengo accusato di aver eliminato l’asporto, ma purtroppo in una situazione di zona rossa l’asporto è una occasione di mobilità e con la scusa dell’asporto si sono generate altre situazioni". Ma in una nota, l'assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza chiede al sindaco di correggere il tiro: "La crescita del contagio nella città di Messina preoccupa e, per questo motivo, da oggi è in vigore l'ordinanza del presidente Musumeci che aumenta le restrizioni e pone ai massimi livelli l'attenzione per arginare la diffusione della pandemia tra i cittadini messinesi. Non si può, invece, condividere il successivo provvedimento del sindaco peloritano che, a prescindere da ogni valutazione di natura giuridica, vieterebbe dal 15 gennaio le attività essenziali, a cominciare dalla vendita di generi alimentari. Si tratta, chiaramente, di limitazioni incompatibili con le primarie ed irrinunciabili esigenze di ordine sociale. Confidiamo pertanto in un provvedimento di rettifica". Intanto la situazione è sempre più drammatica per commercianti ed esercenti, già provati pesantemente dalle conseguenze economiche della pandemia. Si trovano ad affrontare una nuova chiusura che si preannuncia «devastante» come afferma Alberto Palella, presidente Confesercenti di Messina: «Dalla ristorazione, già piegata dalle chiusure natalizie, all’abbigliamento con i magazzini pieni per i saldi che non si potranno svolgere, la quasi totalità del comparto del commercio privato è in pieno default». Il Comune ha avviato un piano per cercare di limitare le perdite per le famiglie e le imprese ma secondo Palella occorre anche altro: «I ristori comunali, per quanto significativi,- aggiunge - sono solo un frangiflutti rispetto uno tsunami. Senza il coinvolgimento dello Stato e della Regione, in termini di risorse economiche da mettere a ristoro dei crolli dei fatturati, le imprese falliranno». Da qui la richiesta di un intervento decisivo da parte di Stato e Regione: «La richiesta - conclude - è quella di affrontare con le modalità adeguate il crollo delle imprese del commercio generato dai provvedimenti anticovid. Garantendo la stessa protezione che è stata fornita al pubblico impiego. Diversamente dovremo prendere atto che siamo figli di un Dio Minore e la rottura della coesione sociale non sarà evitale con tutte le devastanti conseguenze che ciò comporterà».