Decine di perquisizioni sono state eseguite dalla Guardia di finanza nell’ambito di un’indagine penale in corso sul focolaio di contagi recentemente registrato tra i cittadini del Comune di Capizzi, in provincia di Messina. Al centro dell’inchiesta, avviata dalla Procura di Enna, è la festa tenuta a ridosso delle festività natalizie in un locale di Nicosia, nell’Ennese, con la partecipazione di un cospicuo numero di invitati, in prevalenza giovani, tutti provenienti dal paese messinese. Le perquisizioni domiciliari, così come tutti gli accertamenti in corso effettuati nel rispetto dei protocolli sanitari in atto, sono avvenute con il supporto di personale specializzato dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Enna - Distretto di Nicosia, che, al fine di garantire le condizioni di sicurezza per gli operanti, non solo ha assistito i finanzieri nelle particolari procedure di vestizione e di accesso nei luoghi interessati dal provvedimento dell’autorità giudiziaria, ma ha anche curato l'iter di sanificazione di tutto il materiale sottoposto a sequestro, tra cui diversi smartphone e apparati informatici, in modo da consentirne il successivo esame in piena sicurezza. L'obiettivo degli inquirenti è quello di accertare se il boom di contagi registrato nella piccola cittadina messinese, poi divenuta "zona rossa", e nei comuni limitrofi, sia stato effettivamente causato da comportamenti illeciti che, in violazione delle stringenti norme in vigore per contenere la diffusione della pandemia in atto, hanno determinato una esponenziale quanto improvvisa crescita dei contagi tra gli abitanti della zona, come accertato dall’Azienda Sanitaria. Allo stato, il reato ipotizzato è quello di epidemia colposa.