La Corte di Appello di Messina ha confermato la condanna emessa in primo grado dal giudice del Tribunale di Patti nei confronti del medico Maria Gabriella Dongarrà a 2 anni e 4 mesi per omicidio colposo. Il processo riguardava il decesso di Sharon Manasseri, residente con la famiglia ad Acquedolci, una bimba di due anni, morta il 18 dicembre 2014 all’ospedale di Sant’Agata di Militello, per occlusione intestinale.
Era stata accompagnata al nosocomio dalla madre, Giuseppina Gullia, e dal padre, Giovanni Manasseri, per disturbi allo stomaco e perché vomitava ed era stata ricoverata. La Procura riteneva che, con esami più accurati, la bimba si sarebbe potuta salvare, ma il medico non avrebbe eseguito le analisi necessarie per evitarne la morte.
I genitori dopo il decesso della figlia presentarono una denuncia alla polizia. Il procuratore generale oggi ha chiesto la conferma della condanna per il camice bianco. Il giudice monocratico del Tribunale di Patti emise sentenza di condanna a 2 anni e 4 mesi nei confronti della dottoressa l’11 settembre del 2020. La famiglia della bambina era assistita dagli avvocati Salvatore Caputo e Giuseppe Serafino. Il 17 novembre 2017 il gup del Tribunale di Patti, Eugenio Aliquò, rinviò a giudizio la dottoressa Dongarrà, all’epoca dei fatti 53enne, con l’accusa di omicidio colposo.
Secondo quanto sostenuto dalla Procura, “il camice bianco con degli esami più accurati si sarebbe potuto accorgere del problema della bimba e se si fosse intervenuti tempestivamente, si sarebbe potuta salvare. A chiedere il suo rinvio a giudizio, l’allora sostituto procuratore generale Giuseppe Costa. Il processo iniziò il 2 maggio 2018. “Voglio giustizia, le istituzioni sembrano avere dimenticato la mia piccola. Voglio che se qualcuno ha sbagliato paghi. A quasi un anno dalla tragedia non so di cosa è morta e perché”. Lo disse, durante il processo, Giuseppina Gullia, residente con il marito ad Acquedolci.
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