I giudici della Corte di Appello di Messina hanno ribaltato completamente la sentenza di primo grado con la quale il collegio giudicante del Tribunale di Patti, il 12 febbraio 2020, aveva assolto il commercialista Vincenzo Tamburello dall'accusa di “tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso”ed hanno accolto la richiesta della Procura Generale di Messina, comminando una condanna per l’ex consigliere comunale di Mistretta, a tre anni e 2.100 di multa, l’interdizione per anni 5 dai pubblici uffici. Tamburello è stato altresì condannato al risarcimento del danno in favore delle costituite parti civili, insieme a Pino Lo Re e la cartomante di Acquedolci Isabella Di Bella. I giudici messinesi (presidente Alfredo Sicuro) hanno altresì confermato le condanne comminate in primo grado nei confronti di Pino Lo Re e Isabella Di Bella, 7 anni e 6 mesi di reclusione e al pagamento di 2.500 euro per il primo e 3 anni di reclusione e al pagamento di 2.100 euro di multa, per la seconda, ritenendoli colpevoli di “tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso”. Per gli altri sei imputati, accusati di trasferimento fraudolento di valori in concorso con lo stesso Pino Lo Re, i giudici di appello confermano a 2 anni e 2 mesi per Mario Bonelli e 2 anni per Giuseppe Belvedere. Riducono la condanna da 2 a 1 anno e 8 mesi per Dimitrina Dimitrova, Florian Florea e per Dimona Dimitrova Gueorguieva, pena sospesa. Relativamente a Annamaria Hristache, condannata in primo grado a 2 anni e 4 mesi, in accoglimento delle richieste avanzate dal proprio avvocato , Lucio Di Salvo, la Corte di Appello ha riformato la sentenza riconoscendo all’imputata le attenuanti generiche riducendo la pena ad anni 2 di reclusione, pena sospesa. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni. L’inchiesta, denominata "Concussio" scattata, nell’aprile del 2018, aveva portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Messina su richiesta della DDA e Antiterrorismo peloritana, guidata dal Procuratore della Repubblica Maurizio De Lucia nei confronti di Giuseppe Lo Re, Isabella Di Bella e Vincenzo Tamburello. I tre – secondo gli inquirenti – avrebbero imposto il pizzo sui lavori di restauro delle opere di Fiumara d'Arte, allestimenti creati, voluti e collocati dal mecenate Antonio Presti, mentre era in corso la gara, indetta dal Comune di Mistretta, per i lavori di valorizzazione e fruizione del patrimonio artistico contemporaneo nebroideo, per un ammontare di un milione di euro, a seguito della denuncia presentata da due imprenditori brolesi al comando provinciale dei Carabinieri di Messina.