"C'è un piano ben preciso per continuare a ridimensionare l'ospedale" di Lipari. Lo dicono Emilio Cortese e Mario Salvatore Macrì, vice e coordinatore provinciale dell'associazione Co.A.S. medici dirigenti che hanno scritto una nota al ministro della salute Speranza e all'assessore regionale Razza.
"È evidente che l'Asp - dicono - non ha alcuna intenzione a mantenerlo attivo, come invece prevede la legge italiana per gli ospedali siti nelle zone disagiate. Per l'assunzione di nuovi medici, l'offerta che viene fatta a chi si presenta per accettare un incarico a tempo determinato è scoraggiante: contratto di appena tre mesi per i chirurghi in periodo estivo, come dire: non accettare, non ti vogliamo! Non parliamo poi degli anestesisti. Proporre di andare a lavorare a Lipari, nei tre mesi estivi con gli affitti alle stelle è semplicemente ridicolo se fatto in buona fede, una furbata se si vuole scoraggiare il volenteroso malcapitato".
Eppure per le zone disagiate occorre che siano garantite: "un'attività di pronto soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto l'attività di medicina interna e di una chirurgia generale ridotta nonostante il basso volume di attività di queste unità operative, esse, devono essere integrate nella rete ospedaliera e garantire adeguati livelli essenziali di assistenza. Pertanto, l'ospedale deve essere dotato indicativamente di: un reparto di medicina generale con 20 posti letto e organico di medici e infermieri; una chirurgia elettiva ridotta che possa effettuare interventi con la possibilità di appoggio nei letti di medicina per casi che non possono essere dimessi in giornata; un pronto soccorso con adeguata dotazione di personale medico inquadrato nella prevista disciplina di medicina e chirurgia di accettazione e di urgenza".
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