Il giallo di Caronia, Daniele Mondello: "Viviana non si è suicidata". E pubblica un audio della moglie
Daniele Mondello, il marito della dj Viviana Parisi trovata morta a Caronia quasi un anno fa, esce allo scoperto dopo la richiesta di archiviazione del caso formulata dalla Procura di Patti, secondo la quale la donna si è suicidata e probabilmente prima ha ucciso il figlioletto Gioele di 4 anni. Stava così male Viviana? Daniele Mondello stamattina posta sulla sua pagina Facebook una registrazione audio della moglie per testimoniare cosa dicesse ad un’amica di famiglia, il 19 luglio 2020. Le parlava di un gruppo di suore di Rometta, per dimostrare che stesse cercando di superare le difficoltà legate al lockdown ed ai problemi di salute da cui era afflitta. Al primo posto nella sua vita, il figlio e il marito: «Non mi mandare queste cose di esorcismo - dice Viviana- ho avuto una fase e tuttora sto cercando di riposarmi , perché sono stanca, mi posso appoggiare alla chiesa, ad altre cose. Ho avuto paura di tante cose. Voglio godermi mio marito, mio figlio, la mia casa e fare il minimo indispensabile per guarire, perché penso che la salute è la prima cosa. Poi ste cose di esorcismo non le voglio seguire». L’amica le parla di un gruppo di suore di Rometta e lei risponde: «Preferisco le piccole cose che mi hanno fatto stare sempre serena, e per me sono la mia casa, che è il mio nido, mio marito e mio figlio. Questa è la vita secondo me, è questo l’amore della vita». Per Daniele Mondello, anche lui dj, «Viviana non avrebbe mai fatto del male a Gioele». Supportato e assistito dai suoi avvocati di fiducia Pietro Venuti e il cugino Claudio Mondello, il marito di Viviana Parisi respinge con forza la tesi dell'omicidio suicidio. «Appare doveroso esaminare- affermano i legali Venuti e Mondello - tutte le consulenze depositate dagli esperti nominati dal pm, poi avanzeremo richiesta di accesso al fascicolo per analizzarle le conclusioni e le valutazioni che hanno portato la Procura ad avanzare richiesta di archiviazione. Dopo di che valuteremo se proporre eventuale richiesta di opposizione all’archiviazione al gip». Venuti spiega che «già in precedenza era stata rigettata dal procuratore capo Cavallo la richiesta di effettuare ulteriori accertamenti irripetibili sul cadavere di Viviana e sui resti del bambino. Nei giorni scorsi avevamo riproposto l’istanza per il compimento di ulteriori analisi direttamente al gip di Patti, per cui aspettiamo l’esito. In caso di benevolo accoglimento, saranno compiuti ulteriori accessi ai corpi con la strumentazione Laser 3D. Poi daremo finalmente loro una degna sepoltura». Per il criminologo Carmelo Lavorino, consulente della famiglia Mondello, «Viviana non ha ucciso Gioele, né si è suicidata». Il professore Lavorino, col suo team di esperti, lo scorso marzo, col medico legale Antonio Della Valle, il tecnico Mario Petrone, le dottoresse Angelica Zenato e Nicolina Palomone, effettuò l’ispezione cadaverica esterna sulle salme di Viviana e Gioele e depositò le sue risultanze dopo avere ispezionato tutti i boschi ed i possibili percorsi intrapresi a Caronia da madre e figlio dopo l’incidente d'auto in galleria. «Attendiamo di leggere con attenzione - afferma Lavorino - gli atti del fascicolo che saranno tantissimi e di analizzare le fotografie e i video a colori, tutte le dichiarazioni delle persone informate sui fatti ed escusse in tal senso, come la famiglia del Nord, per comprendere cosa abbia dichiarato e poi vedremo come procedere». Il criminologo aggiunge: «Con rammarico sempre noi abbiamo avanzato ben 17 istanze investigative. Secondo le nostre risultanze, sicuramente Viviana e Gioele sono precipitati in un invaso profondo da 3 a 5 metri, con acqua sul fondo, e lì hanno trovato la morte. Poi è intervenuta dopo diverse ore “una combinazione criminale” di persone del luogo, che ha estratto i corpi delle due vittime e li ha traslati, la madre sotto il traliccio, sperando che gli inquirenti ci cascassero, e Gioele lì dove poi è stato rinvenuto smembrato e scarnificato». Per l'esperto la verità è ancora da ricercare. «Il nostro compito - conclude Lavorino – è ricercare la verità. Noi abbiamo avuto un incarico da parte della famiglia Mondello di trovare gli elementi per stabilire cosa sia realmente successo».