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Morto per le ustioni il giovane di Rocca di Caprileone che si era dato fuoco: l'addio degli amici

Roberto Parasiliti

Troppo gravi le ustioni. Il corpo di Roberto Parasiliti, il 35enne che si era dato fuoco in casa a Rocca di Caprileone, non ha retto.

Il fatto risale a lunedì (il 7 febbraio), Roberto si era cosparso di liquido infiammabile e si era dato fuoco nella cucina del suo appartamento, davanti alla madre che era con lui in casa. I primi soccorsi prestati da un vicino, poi l'arrivo dei sanitari.

Parasiliti è stato in un primo momento trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Sant’Agata Militello le sue condizioni erano però apparse subito gravissime, con ustioni sul 75% del corpo. Indispensabile trovare una struttura  attrezzata, anche il Papardo di Messina, infatti, tratta solo ustioni minori. L'alternativa era il Centro Grandi Ustioni di Palermo o quello di Catania ma in entrambi non erano disponibili posti.

Un letto, invece, è stato trovato all'ospedale Sant'Eugenio di Roma, a quel punto è partito l'elisoccorso con Roberto Parasiliti a bordo e diretto nella capitale. Ma durante il volo l’anestesista a bordo ha visto precipitare le condizioni del paziente e ha suggerito un rientro immediato. L'elicottero con Roberto e l'equipe medica è atterrato al Fogliani di Milazzo, dove il 35enne è morto. Sembra che i suoi organi interni fossero stati irrimediabilmente compromessi dalle fiamme.

La procura ha disposto l’autopsia per accertare eventuali responsabilità.

Roberto frequentava un corso serale di enogastronomia e ospitalità alberghiera all’istituto Merendino di Capo d'Orlando. I compagni di classe e i professori gli hanno dedicato un ultimo messaggio di saluto: "Ci rimangono le lacrime, le nostre ed un sorriso, il sorriso è il tuo. Da più parti é condivisa l’idea di scrivere qualche pensiero per ricordarti ma trovare le parole, adesso, é difficile. Ci hai tolto le parole ed il fiato. Ci rimangono le lacrime ed un sorriso. Le lacrime sono le nostre ma il sorriso è il tuo. Quello é un dono prezioso che ci hai concesso e che noi custodiremo con affetto dentro il nostro cuore, nei nostri ricordi. L’esperienza della scuola serale ci ha dato la possibilità di conoscerci, di stare un poco insieme, di scambiarci sguardi e sorrisi nascosti, troppe volte, dalle mascherine. Tanti pensieri ci frullano in testa. Hai condiviso con noi anche la tristezza degli ultimi istanti ma sei stato troppo veloce per darci il tempo di fare qualcosa, anche solo capire cosa stava succedendo. Rimane, adesso, l’immagine che abbiamo di te di un ragazzo dolcissimo, educato, timido, simpatico e disponibile con tutti. Siamo sicuri che adesso tu sia in pace. Il nostro abbraccio ti arrivi ovunque tu sia. Ciao Roby. I compagni del corso serale alberghiero di Brolo".

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