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L'inchiesta sul caporalato a Milano, messinese chiede di patteggiare la condanna

Con le prime richieste di costituzione di parte civile da parte di alcuni dei 73 lavoratori che per la Procura sono stati sfruttati, si è aperta a Milano l’udienza preliminare nei confronti di quattro persone tra cui Guglielmo Stagno d’Alcontres, 33enne di origini messinesi, ex bocconiano e fondatore di StraBerry, azienda start up con serre fotovoltaiche sui terreni di Cascina Pirola a Cassina Dè Pecchi, nel Milanese, per la coltivazione di fragole, mirtilli, lamponi e more poi venduti su Apecar.

Oggi davanti al giudice Fabrizio Filice, che ha rinviato al prossimo 13 aprile, l’addetto alla sorveglianza dei braccianti ha chiesto il patteggiamento, concordato con il pm Grazia Colacicco, a un anno e mezzo di carcere. Anche altri imputati hanno chiesto di essere giudicati con rito alternativo. Nel corso dell’inchiesta, con al centro il reato di sfruttamento del lavoro di persone pagate, secondo l’accusa, «4 euro all’ora» per lavorare nei campi, la società, anche lei sotto procedimento in qualità di ente, era stata sequestrata nell’agosto dello scorso anno poi dissequestrata dal gip e di nuovo sottoposta a sequestro.

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