Messina

Lunedì 23 Dicembre 2024

Anche Salina si mobilita: 40 posti letto a disposizione dei profughi dell'Ucraina

L'isola di Salina: qui Leni

La comunità parrocchiale di Salina, la seconda isola delle Eolie, mette a disposizione 40 posti letto per i profughi ucraini. Lo ha annunciato il parroco Giuseppe Brancato. «Anche in quest’isola - dice il parroco Giuseppe Brancato che ha voluto l’iniziativa insieme a Don Godwin e Don Pippo - invochiamo il dono della pace. In collaborazione con la Caritas Italiana, organo ecclesiale e in costante dialogo con il ministero dell’interno, abbiamo deciso di mettere 40 posti letto in strutture di proprietà della parrocchia, immediatamente disponibili ad accogliere a tempo indeterminato, i fratelli profughi Ucraini. Tutti coloro che vorranno mettere a disposizione ulteriori posti letto a tempo indeterminato potranno dare la loro disponibilità alle parrocchie dell’isola di Leni, Santa Marina e Malfa». Anche a Lipari si è mobilitata Eleonora Zagami, presidente dell’associazione «Valentino uno di noi». «Chiedo ad ogni cittadino eoliano - è il suo appello - di volersi unire e di contribuire, facendo ognuno la propria parte, in nome della umana solidarietà. La nostra azione si concretizza sul piano operativo nella funzione di raccolta di beni di prima necessità e di consumo, nuovi o in buono stato d’uso (scarpe, medicinali, alimentari, abbigliamento, giochi per l’infanzia), che faremo pervenire in tempi brevi ed in mani sicure attraverso la rete umanitaria costituita per i soccorsi in territorio ucraino. Ringraziamo fin da ora quanti hanno offerto ed offriranno la propria disponibilità all’accoglienza in strutture residenziali di piccoli nuclei familiari in fuga dalla guerra, alla Protezione civile, nella figura di Giuseppe Orto tramite l'associazione Radioamatori Eoliani e a Padre Giuseppe Mirabito per il loro incondizionato e prezioso apporto all’iniziativa. La vostra adesione potrà certamente alleviare le sofferenze provocate dalla guerra sulla popolazione civile in fuga ed anche su quanti hanno deciso di restare in patria, nonostante i bombardamenti».

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