Messina

Giovedì 28 Novembre 2024

Giardini Naxos, aveva un migliaio di munizioni nascoste in garage: catanese denunciato

Ieri, i Carabinieri della Compagnia di Taormina hanno denunciato, in stato di libertà, un 60enne, originario del catanese, per ricettazione e detenzione abusiva di munizioni. Nel corso del servizio di perlustrazione, una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile Carabinieri della locale Compagnia, nel transitare nel centro abitato di Giardini Naxos (ME) ha notato alcune munizioni riverse sul pavimento del garage di un privato cittadino. Insospettiti dalla circostanza, avuta la presenza del proprietario e accertato che lo stesso non aveva titolo alla detenzione di armi e munizioni, sospettando che all’interno dell’autorimessa potessero essere presenti altre munizioni, gli uomini dell’Arma hanno proceduto ad una perquisizione locale. Nel corso dell’ispezione i Carabinieri hanno rinvenuto circa 1.000 munizioni di vario calibro, sia per pistola che per arma lunga, alcune delle quali contenute in una piccola cassettina in metallo simile a quella utilizzata per il munizionamento di tipo militare. L’uomo, che non ha saputo giustificare la provenienza del munizionamento, è stato denunciato in stato di libertà per ricettazione e detenzione abusiva di munizioni, in considerazione che il suddetto non era in possesso di alcun tipo di autorizzazione per la detenzione. Tutto il munizionamento rinvenuto è stato sottoposto a sequestro penale ed i proiettili, che da una prima analisi sono risultati perfettamente integri ed idonei all’utilizzo, sono stati inviati ai Carabinieri del Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina per gli accertamenti balistici al fine di stabilire se rientrano nella categoria del munizionamento da guerra. Se così fosse l’uomo risponderebbe di un reato ben più grave della semplice detenzione abusiva di munizioni per arma comune da sparo, in quanto il possesso di munizioni da guerra non è mai consentito dalla normativa vigente. Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e per l’indagato vale il principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva, ai sensi dell’art. 27 della Costituzione.

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