Messina

Domenica 22 Dicembre 2024

Spento l'incendio a Stromboli, ma divampano le polemiche sulle cause delle fiamme

Canadair in azione

Dopo 24 ore di lanci di acqua con i velivoli e operazioni a terra, persone allontanate dalle zone abitate, danni alle case con finestre, tende e tavoli bruciati e decine di ettari di macchia mediterranea distrutta stamane è stato spento l’incendio a Stromboli nelle Eolie, ma divampano le polemiche sulla causa delle fiamme. Sotto accusa, sui social e nel tam tam tra i cellulari degli abitanti, è la produzione della fiction sulla protezione civile, con Ambra Angiolini e regista Marco Pontecorvo, figlio di Gillo. La società che la sta realizzando, la «11 marzo», sostiene che «l’accaduto sembra dovuto al caso ed all’imprevedibile», ma secondo testimonianze la produzione avrebbe acceso un piccolo fuoco per girare una scena che poi a causa dello scirocco e della inesperienza si sarebbe trasformato in un incendio di proporzioni enormi. La procura di Barcellona Pozzo di Gotto indaga, mentre i carabinieri hanno raccolto atti e testimonianze a cominciare da quelle della troupe e del regista Pontecorvo. Una donna che sul proprio profilo Facebook scrive di essere traduttrice e giornalista ha girato un video, postato ieri, proprio vicino all’incendio e sembra sicura di ciò che afferma: «Altro che agricoltore, il disastroso incendio è stato causato per un piccolo rogo che doveva essere controllato, acceso per le riprese della fiction sulla Protezione civile, con tanto di sei pompieri presenti sull’isola per monitorarlo, che si sta girando a Stromboli. Il fuoco all’altezza del Timpone è scappato subito di mano complice il vento di scirocco». «Mi chiedo - aggiunge - come si fa ad appiccare il fuoco nel Timpone in una montagna, che è riserva naturale e in una giornata in cui soffia lo scirocco. Io non sono dell’isola, ma lo sanno tutti che quando c’è lo scirocco i fuochi non si accendono. Adesso c’è un disastro naturale. Ed è molto grave per gli isolani, gli animali, la vegetazione, per l’isola che è un paradiso terrestre». Il Comando generale dei vigili del fuoco dice che il personale che era Stromboli «in concomitanza della lavorazione di una fiction cinematografica» al momento in cui è scoppiato l’incendio «non era sul luogo delle riprese in quanto non era ancora stato dato il nulla osta all’inizio delle attività», mentre la Regione siciliana sostiene che i pompieri fossero presenti «probabilmente per l’accensione, il controllo e lo spegnimento di un incendio simulato, funzionale alle riprese». Il Comando sottolinea che «ogni operazione eventualmente eseguita, sulla quale sono in corso accertamenti, non era autorizzata in assenza della squadra dei vigili del fuoco». La produzione afferma, d’altro canto, che «tutti i necessari permessi ed autorizzazioni erano stati richiesti ed acquisiti e la realizzazione di ogni scena era stata affidata a professionisti di sicura esperienza e competenza». “Sarà fatto tutto il necessario - precisa la 11 marzo - per cooperare con le Autorità e per limitare il più possibile il disagio sopportato dalla popolazione dell’Isola, che ha accolto la nostra troupe con grande calore ed accoglienza». La Rai, da parte sua, fa sapere «di non avere alcuna responsabilità nella produzione esecutiva della serie. L’attività non vede impegnati personale e mezzi dell’azienda. La produzione esecutiva della serie televisiva viene organizzata e realizzata, in modo indipendente dalla Rai, dalla società 11 marzo». Il deputato di Italia Viva, Michele Anzaldi, ha chiesto che l’azienda televisiva «faccia chiarezza su ciò che è accaduto» e presentato due interrogazioni: una alla Commissione di Vigilanza in cui chiede «se la Rai abbia già destinato alla società eventuali somme economiche per sostenere i costi della fiction» e un’altra al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese per sapere «se una eventuale autorizzazione ad appiccare un rogo per ragioni cinematografiche e televisive sia compatibile con il divieto in vigore a Stromboli di accendere fuochi nelle giornate calde e particolarmente ventilate».

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