Era stato definito il «sacco di Salina» e aveva coinvolto 83 persone tra sindaci, ex sindaci, tecnici comunali, della Soprintendenza e liberi professionisti, rappresentanti delle forze dell’ordine e cittadini.
Per 70 imputati sentenza di archiviazione e decreto che dispone il rinvio a giudizio per altri tredici, ma facendo cadere l’accusa di associazione per delinquere e disponendo il non luogo a procedere per diversi capi di imputazione. E’ la decisione del Gup di Barcellona Pozzo di Gotto, Giuseppe Sidoti, a conclusione dell’udienza preliminare dell’inchiesta nata dall’operazione dei carabinieri Isola Verde su un presunto sacco edilizio in due comuni dell’Isola di Salina, Santa Marina e Malfa, nell’arcipelago delle Eolie.
La prima udienza del processo è stata fissata per il 16 dicembre davanti al Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto in composizione collegiale. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono falsità materiale in atti pubblici commessa da pubblico ufficiale, corruzione per atti contrari al propri doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, rivelazione di segreti d’ufficio e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici. Tra i tredici imputati del processo ci sono anche l’ex sindaco di Santa Marina, Massimo Lo Schiavo, l’ex vice sindaco Domenico Arabia, il capo dell’ufficio tecnico dello stesso Comune, Giuseppe Caravaglio, il geometra Antonio Podetti, l’architetto Elena Caruso, all’epoca dei fatti dipendente dell’Ufficio tecnico comunale di Santa Marina Salina e un geometra dello stesso ufficio, Antonio Battaglini. A giudizio anche privati cittadini: Sergio Zavone, Giuliana Cafarella, Daniela Virgona, Mario Virgona, Santino Ofria, Carmelo Pinto Vraca e Salvatore Perillo. Nel suo provvedimento il Gup Sidoti ha disposto, anche per le 13 persone rinviate giudizio, il non luogo a procedere per numerosi capi di imputazione e ha riqualificato alcuni reati in accuse meno gravi di quelle contestate dalla Procura.
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