Il corpo semicarbonizzato di un ragazzo di 16 anni, originario del Marocco, è stato ritrovato ieri sera in piazza Italia ’90, nell’area di parcheggio adiacente al campo sportivo di Merì, piccolo comune a circa 35 chilometri da Messina. Stanno indagando i carabinieri, che da un primo esame sul corpo non hanno trovato segni di armi da fuoco o da taglio. Si sta procedendo con gli esami del Dna e i rilievi del Ris di Messina.
Accanto al corpo semicarbonizzato del sedicenne, i carabinieri avrebbero trovato un contenitore con liquido infiammabile. Le indagini sono coordinate dalla pm Dora Esposito della procura di Barcellona Pozzo di Gotto. Il ragazzo faceva parte di una famiglia regolare e ben integrata nella comunità. I carabinieri hanno ascoltato i familiari del ragazzo, che si sarebbe tolto la vita dandosi fuoco. I coniugi, un operaio e una casalinga che hanno un altro figlio, sono disperati e non riescono a spiegarsi il gesto del giovane. I carabinieri, dopo avere sentito compagni di classe e amici del ragazzo stanno ancora indagando per capire se il 16enne, che di recente aveva cambiato scuola, non sia stato in qualche modo vittima di bullismo o sia stato coinvolto in qualche episodio che lo avrebbe potuto spingere a suicidarsi.
«Questa è una notizia - dice il sindaco di Merì Filippo Gervasio Bonansinga - che ci ha molto rattristato e ha colpito il nostro paese. Siamo vicini alla famiglia del ragazzo e alla comunità marocchina alla quale facciamo le nostre condoglianze. Speriamo nei prossimi giorni, anche dopo l’autopsia, si possa fare maggiore chiarezza su quanto è avvenuto. Se fosse confermata la tesi dei carabinieri di un suicidio - prosegue - sarebbe un episodio grave legato al disagio sociale che ci deve spingere maggiormente a riflettere sulla nostra società».
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